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Il bambino naturale - consigli a genitori e figli

pediatra-bambinoTra le tante situazioni poco simpatiche che coinvolgono più facilmente il bambino che respira a bocca aperta vi sono tutta una serie di malattie infiammatorie che colpiscono la testa, dai raffreddori alle otiti, dalle laringofaringiti alle adenotonsilliti.

Tra le tante, le patologie che maggiormente preoccupano le mamme sono quelle che rialzano la temperatura e/o provocano dolore e quindi pianti strazianti nel bimbo. Sono anche le malattie per le quali si chiama o si visita il pediatra.

Abbiamo quindi da un lato le mamme che arrivano all’ambulatorio del pediatra in uno stato d’ansia più o meno profondo: magari hanno passato la notte in bianco, oppure sono straziate dal sentire il bimbo piangere dal dolore, o ancora temono per la vita stessa del piccolo, visto che la febbre è tanto alta.

Il medico del bambino si trova così a dover fronteggiare da una parte l’ansia e l’aspettativa delle mamme, dall’altra la propria ansia nel dover stabilire rapidamente una terapia efficace, altrimenti le mamme chi le sente più ?

E’ noto che le donne appena cinquanta anni fa non erano così apprensive nei confronti della salute dei propri figli. Quali radici può avere l’ansia spesso così marcata di certe mamme di oggi ?:

anzitutto il numero dei figli per donna. Oggi una mamma è considerata prolifica se ha avuto tre figli. Se, come una volta, una mamma avesse dato alla luce dai cinque ai dieci figli, l’ansia nei confronti della salute del singolo figlio sarebbe di molto ridotta…

il senso di non saper cosa fare. Una volta ogni donna sapeva cosa fare perché i rimedi popolari per i malanni venivano tramandati di madre in figlia, ed avevano la caratteristica di essere molto efficaci e praticamente gratis. In caso di dubbio ci si poteva rivolgere, per un consiglio, alla vecchia del paese. Oggi, in molti casi, la nonna è lontana e non ne saprebbe comunque più della figlia ( cioè la mamma del bambino )… l’esproprio delle conoscenze mediche popolari è stato, a mio parere, un grande crimine contro l’umanità.

Le mamme di oggi chiedono al medico del bimbo un rimedio rapido, efficace, che consenta loro di tornare alla loro vita di tutti i giorni, spesso parcheggiando il bambino di qua e di là.

Il medico del bambino ha un rimedio sicuro, soprattutto per togliersi d’impaccio: prescrivere antibiotici e antidolorifici, a volte cortisonici. Si tratta della soluzione ideale per gli adulti:

la mamma ha ottenuto il rimedio rapido ed efficace per il sintomo (che poi è quello che mette in allarme), cioè la febbre o il male alle orecchie;

il dottore ha prescritto un rimedio per l’ansia della mamma e per i sintomi del bambino, e in caso di complicazioni medico legali (se cioè l’andamento della malattia è più grave del previsto e si hanno conseguenze spiacevoli nonostante la terapia) non può subire noie perché ha agito secondo le attuali regole del manuale. Oggi la maggioranza dei medici, in situazioni di potenziale contenzioso medico legale, agisce prescrivendo farmaci inutili o addirittura dannosi, che però sono previsti dalle linee guida. In caso di complicazioni hanno fatto quello che dovevano fare e nessuno può accusarli di negligenza.

Faccio notare che l’interesse del bambino sarebbe ben altro:

sicuramente alleviare il dolore se c’è, ma soprattutto

impedire che la malattia possa radicarsi, ripresentandosi in modo ricorrente minando il fisico del bambino che cresce e gettando le basi per le malattie croniche degenerative dell’adulto.

Per poter fare questo il rimedio del dottore deve essere rivolto alla causa, non al sintomo della malattia. Quasi per definizione, il rimedio dedicato al sintomo (antibiotico, antidolorifico) ha come effetto l’approfondimento e il radicamento della causa e, quindi, della malattia.

E, sempre quasi per definizione, nell’interesse dell’individuo è meglio soffrirsi i sintomi e far sfogare così la causa della malattia liberandosene per sempre, piuttosto che addolcire i sintomi e lasciare che la malattia si radichi ancora peggio. Ma mi rendo conto che qui si tratta di punti di vista e di filosofie di vita. cantare come le cicale e morire ai primi freddi o sgobbare come le formiche e vivere più a lungo passando l’inverno? Ognuno scelga la strada più percorribile per se stesso.

puntoEsistono sistemi efficaci e a buon mercato in medicina tradizionale. Uno di questi è l’applicazione di aglio sminuzzato sul punto di agopuntura 4 LI durante la notte. È un rimedio naturale efficace, ad esempio, contro le febbri del tipo da raffreddamento (le più comuni) che coinvolgono la testa e i seni paranasali. Funziona e non causa effetti collaterali. Per sapere se conviene usarlo, però, bisogna sapere di che natura è la febbre, e per questo serve il dottore.

Saggezza vuole, dunque, che una volta comparso il sintomo conviene lasciarlo sfogare agendo contemporaneamente e per quello che è possibile sulla causa.

Ma, si può giustamente obbiettare, lasciar sfogare il sintomo può fare tanto male. E allora?

E allora bisogna prevenire, nell’interesse della salute presente e futura del bambino e delle ansie delle mamme e dei dottori !!!

Cosa possono fare le mamme? Informatevi sulla qualità degli alimenti che date ai vostri bimbi, e sulle combinazioni delle pietanze: la medicina tradizionale insegna da millenni che le più comuni malattie dei bambini sono per la maggior parte causate da… indigestione.

E ancora, mamme, pretendete che il vostro medico di fiducia partecipi a qualche congresso in meno dove si impara l’ultima medicina sintetica di turno, e apra invece qualche libro in più che dica come si faceva quando la gente si curava da sé…

Dott. Andrea Di Chiara – Odontoiatra

Presidente AIPRO – Associazione Italiana per le Prevenzione della Respirazione Orale

Per ulteriori informazioni e per i consigli preventivi e terapeutici del caso invitiamo a consultare il sito dell’AIPRO, Associazione Italiana per la Prevenzione della Respirazione Orale, www.aipro.info.

Commenti (2)

    • Milena Mantovani

    • 15 anni fa

    Vorrei sinceramente trovare più medici che la pensano così, in realtà una madre deve difendere i propri figli a volte anche dai pediatri stessi… E non avendo competenze mediche non è sempre facile…Ma speriamo che continuando a parlarne sempre più medici optino per esercitare la professione con più coscienza.

    • CINZIA BRUSA

    • 13 anni fa

    Vorrei proporLe alcuni miei dubbbi. Io sono madre di due bambini di 4 (Riccardo) e 5 anni (Rosa). Riccardo è il più fragile di salute ed a causa di un piccolo difetto genetico ha sofferto di molte febbri nei primi 3 anni di vita. Il problema è stato risolto lo scorso inverno e da allora il bambino non ha più sofferto di frequenti stati febbrili. Purtroppo la salute di Riccardo ha fatto emergere una terribile ansia nel padre ed una sua continua aggressività psicologica verso di me. Da 3 anni il padre mi accusa di causare le malattie in Riccardo: per esempio se vado a trovare mia madre e qualche giorno dopo Riccardo ha il raffreddore, il padre mi accusa di averlo esposto a correnti d”aria o sbalzi di temperatura, di recente è arrivato anche a proibirmi di andare via da sola coi bambini. Inizialmente ho pensato che il padre mi accusasse di aver geneticamente causato il difetto di Riccardo (Reflusso vescico uretrale) ed io ritengo che in qualche modo possa essere vero perchè in famiglia abbiamo avuto casi di difetti nella zona genitale maschile. Ma ora il problema è risolto ed io vorrei restituire a tutta la famiglia un poco di serenità e vita normale. Vorrei che i bambini uscissero qualche volta di casa e facessero dei piccoli viaggi perchè a causa delle continue ansie del padre i bambini non hanno potuto farlo. Vorrei che i bambini facessero nuoto ma anche questo è diventato motivo di ansia nel padre perchè a suo parere questa attività provoca bronchiti a Riccardo.
    Il piccolo purtroppo non è ancora in grado di soffiarsi il naso e spesso tira su col naso. Rifiuta di soffiare col naso ed a mio avviso questo gli causa complicanze alle vie respiratorie. Il padre lo forza spesso a prendere medicinali ed ha un atteggiamento impositivo ogni volta che lui si ammala. Questo provoca nel bambino un rifiuto categorico a collaborare generando tensione nel padre. Ho cercato più volte ad invitarlo a non essere insistente con Riccardo ma lui ha dichiarato apertamente che io non valgo nulla come madre-infermiera e non si fida dei miei metodi. Pensi che sono arrivata persino a lasciarlo andare dal pediatra da solo e dopo telefono al pediatra per farmi dire che cosa ha il bambino. Francamente la situazione è pesante e insostenibile. In passato mi ha accusata di essere una madre irresponsabile e che non vuole bene a Riccardo. Le faccio notare che non ha verso Rosa alcuna ansia o preoccupazione per la sua salute e che a volte nemmeno si accorge delle malattie di Rosa.
    Forse il mio è unos fogo ma ho bisogno di qualche consiglio per non esplodere in queste situazioni.

    cordiali saluti

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