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Educazione libertaria, le critiche

bambino disegna educazione libertariaCome dicevamo la scorsa volta, esistono diverse reazioni alle idee promosse dell’unschooling. Per esser più precisi sono due le critiche più comuni, che oggi approfondiremo con l’amica mamma-unschooler Graziella De Giorgi:
Non vi sembra di chiedere ai bambini di scoprire o di ricreare da soli tutta la storia della razza umana?

Non si chiede ai bambini di reinventare ad esempio la ruota. La ruota c’è già, la si può vedere, ma il bambino non ha bisogno che gli si dica cosa è una ruota e a cosa serve, per saperlo. E’ una cosa che può imparare da sé, a suo modo, e al momento giusto. Allo stesso modo non è necessario che inventi la lampadina elettrica, l’aeroplano, o la legge, il governo, l’arte, la musica. Tutto questo è già stato inventato, ed è li alla portata del bambino insieme a tutta la nostra cultura.
Non vi sono alcune cose che tutti dovrebbero sapere? Non è quindi nostro compito assicurarci che i bambini le sappiano?

Con la possibile eccezione della lettura (e del saper fare di conto secondo me!) che in ogni caso sono solo delle abilità, non è dimostrabile che vi sia un qualunque settore della conoscenza essenziale a tutti. Utile e conveniente, forse; essenziale, no.

 

Inoltre quelli che pensano esserci delle cognizioni essenziali non sono d’accordo su quali esse siano. Il ritmo del progresso scientifico è tale che le nozioni apprese dai nostri figli diventeranno obsolete in pochi anni. Quanto ricordiamo poi di tutte le nozioni con cui ci hanno imbottito la testa a scuola? Molto molto poco se a distanza di due settimane, anche secondo il cono di Edgar Dale, ricordiamo solo il 10-20 % di quanto abbiamo letto o ascoltato.

 

Ma anche se si potesse giungere ad un accordo nella scelta del tipo di conoscenza da offrire ai bambini e anche se le conoscenze non diventassero desuete e anche se una volta entrate nel cervello non le si dimenticasse più, Holt sarebbe lo stesso del parere che si dovrebbe lasciare libero il bambino di apprendere.

 

Nella nostra lotta per comprendere la vita, le cose che più abbiamo bisogno di imparare sono anche quelle che più desideriamo apprendere. Quando apprendiamo così, e per queste ragioni profonde, impariamo rapidamente e per sempre.
Tutto questo secondo Andrè Stern è ulteriormente confermato dalle più moderne scoperte della neurobiologia: “Ciò che permette uno sviluppo naturale del cervello è l’entusiasmo, attraverso un processo chimico ormonale. (…) Quando proviamo entusiasmo per un dato argomento noi ci dedichiamo anima e corpo a quell’argomento (qui il fattore tempo è quindi fondamentale), il nostro cervello è capace di trovare tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno, come una spugna.

 

Per l’unschooling lo studio di un singolo argomento è dunque meno importante dell’imparare ad apprendere e della libertà necessaria per poterlo fare davvero. Perché se non si è stati spenti nella propria capacità istintiva di imparare, si sarà anche dopo nella vita e da grandi in grado di apprendere tutto ciò che deve essere appreso, per soddisfare le esigenze emergenti, gli interessi e gli obiettivi anche di un lavoro.
Alcune critiche mosse all’unschooling la vedono come una filosofia educativa estrema, e si suppone che i bambini senza la scuola possano essere privi delle competenze sociali, della struttura e motivazione che occorre per il mercato del lavoro, ma in realtà è proprio vero l’opposto: un'”educazione auto-diretta in un mondo reale rende il bambino più in grado di gestire il mondo reale.”

Ed ecco terminata la nostra “inchiesta” intorno all’unschooling e – a questo punto – mi par doveroso rivolgere il mio personale ringraziamento a Graziella e al suo prezioso contributo di mamma unschooler nella stesura di questi miei pezzi. Senza la sua testimonianza e la lunga intervista a me rilasciata di certo non sarei stata altrettanto in grado di guidarvi alla scoperta di un mondo ancora pressoché ignoto.

 

Se volete approfondire le tematiche dell’educazione libertaria potete seguire Graziella nel suo blog La casa di Serendippo.

 

Con me l’appuntamento è…alla prossima 🙂

 

 

Irene Malfatti
Fonti:
John Holt, How Children Learn
Intervista ad Andrè Stern

Commenti (3)

  1. Io la sto scoprendo in questo periodo, dopo i primi mesi di “terrore”…”oddio non impara…” poi mi sono fidata di lui e l’ho seguito…fantastico entusiasmante…si interessa ad un sacco di cose prende ciò ce gli serve e poi te lo ritrovi a distanza di giorni che rispunta fuori dalle sue parole anche in alrri contesi, con collegamenti, riflessioni, domande…sto imparando tantissimo anche io!un’eseprienza meravigliosa!!!!!

    • valentina

    • 11 anni fa

    Educazione libertaria e Unschooling sono due concetti sovrapponibili in parte ma che non possono sostituirsi l’uno con l’altro.
    Ci tengo a sottolinearlo perché dell’educazione libertaria fanno parte alcuni concetti, o valori che hanno una valenza se vogliamo “politica” che non possono essere trascurati.
    Uno di questi, tra i più importanti, è che non esistono rapporti autoritari tra “insegnante” ed “allievo” basati sull’esercizio di un qualsivoglia potere e questo risponde ad una visione del mondo appunto non autoritaria che ha implicazioni in molti altri ambiti della vita delle persone.
    Detto questo, sia unschoolong che educazione libertaria (che, altra differenza, spesso si svolge in sedi “scolastiche” al di fuori degli ambienti familiari con educatori o accompagnatori) sono il modo migliore per permettere alla persona di sviluppare appieno l’insieme dei propri interessi, sogni, obiettivi.
    Consiglio vivamente di approfondire i testi di Francesco Codello, uno dei principali ispiratori di educazione libertaria in Italia, che si rifà all’esperienza di figure importanti come Alexander Niell, che ha pubblicato in Italia testi fondamentali come “Vaso, creta o Fiore?” oppure “La buona educazione”. Una delle prime e più fortunate scuole libertarie in Italia è Kiskanu di Verona, che fa parte della rete dell’educazione libertaria che anche un proprio sito, http://www.educazionelibertaria.org

    • Sara

    • 11 anni fa

    Confermo, per voce dello stesso Francesco Codello che conosco di persona, che scuola libertaria e homeschooling o unschooling non sono la stessa cosa e chi condivide un pensiero non necessariamente condivide l’altro. Sicuramente parlarne è interessante perchè stimola alla riflessione.

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