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Sonno dei bambini: accudire, non abbandonare

Schermata 2015-08-27 alle 16.50.06Torniamo a parlare di sonno dei bambini e metodi che pretendono di insegnare ai più piccoli a dormire come gli adulti, ignorando i loro bisogni fondamentali e la naturale fisiologia del sonno dei neonati.

Ecco un articolo che – con la sua ironia – induce a riflettere sull’assurdità di certe richieste…

 

Il personale della residenza per anziani Regents Heights è stanco. Soprattutto chi deve fare il turno di notte. Gli ospiti più anziani non fanno che chiamare e chiedere attenzione. Un vecchietto ha sete, un altro si sente solo, un’anziana signora vorrebbe qualcuno almeno per tenerle la mano mentre piange. Il novantanovenne cieco e pelato che sta in fondo al corridoio chiede di continuo di essere portato a fare pipì. Un vero stress, lo staff è stanco, non ha un minuto di pace.

Immaginate il sollievo quando il protocollo di cura viene stravolto d’improvviso. La direzione ha stabilito una riorganizzazione radicale delle strategie di accudimento, con effetto immediato. Lo staff non dovrà più trascorrere il proprio tempo rispondendo senza posa ai “bisogni notturni superflui” dei residenti. Non sarà più “manipolato” da richieste di attenzione alle 3 di notte. Perché? Un nuovo geriatra ha scritto un libro ispiratore che ha scatenato un’ondata riformatrice per tutto il Paese a proposito delle cure agli anziani.

Secondo il dottor Edwin Beely, autore di Prendersi cura degli anziani, tutti i bisogni degli anziani possono essere soddisfatti in modo adeguato durante il giorno. Le cure notturne e serali sono opzionali. Anzi, è di beneficio per tutti interromperle.

Al personale ora è stata data indicazione di procedere come segue: Assicurarsi che ogni anziano sia messo a dormire in un letto stile culla, della dimensione appropriata, che impedisca loro di andare in giro di notte per conto proprio. Utilizzare un pannolino per adulti in modo che possano urinare o defecare al bisogno. Per le 19 tutti i residenti saranno stati nutriti e idratati in modo appropriato. Si augurerà loro un educato ma fermo “Buona notte!”. Entro le 19,30 tutte le luci saranno spente senza indugi.

A meno che un residente non sia davvero malato, lo staff della Regents deve ignorare ogni chiamata, ogni pianto di aiuto, ogni richiesta di attenzione fra le 19 e le 7 del mattino seguente. Dopo tutto, i residenti non possono avere davvero fame in queste ore. Dal punto di vista fisiologico, possono attendere senza problemi e bere quando si fa giorno. Gli anziani hanno bisogno di dormire, buone 12 ore filate, e bisogna insegnar loro come si fa.

Finzione o realtà?

Il resoconto che avete appena letto è pura finzione.

Non esiste nessuna residenza per anziani Regents Heights, il dottor Edwin Beely non esiste e Prendersi cura degli anziani è un libro inventato. Di certo, se un qualunque geriatra avesse proposto pubblicamente una simile condotta, sarebbe stato radiato dall’albo dei medici. Possiamo star certi che i più vulnerabili fra noi non sono ignorati di proposito e in maniera sistematica per 12 ore di fila. Non dobbiamo temere che siano trattati senza la pur minima dignità.

O forse no?

Aimee Molloy, nel suo recente post Insegnare a dormire ai neonati di 8 settimane: ne avete il fegato?, pubblicato sul New York Times blog, descrive una visita di routine dal pediatra che ha avuto orribili risvolti. Anziché avvalorare il suo istinto materno a rispondere ai sani e normali bisogni fisiologici della sua bambina di 8 settimane, alla Molloy è stato detto che la sua piccola avrebbe dovuto dormire 12 ore filate, da sola, senza alcun contatto umano.

Le è stato detto di non nutrirla, cambiarla o toccarla, in quanto aspetti integranti della pratica per insegnarle a dormire. Le luci dovevano essere spente e tutte le richieste di attenzione e il pianto ignorati. La Molloy avrebbe dovuto chiudere la porta della stanza di sua figlia e non riaprirla per le successive 12 ore. Come gli anziani della Regents Heights, questa bimba di 8 settimane doveva imparare a dormire.

È difficile immaginare come sarebbe stato camminare per i corridoi di una casa di riposo gestita con criteri di tale crudeltà. Riuscite a immaginare le grida e i pianti di abbandono? E i giudizi aspri e legittimi che si sarebbero levati contro il personale egoista e accondiscendente?

Persino adulti in buona salute non dormono indisturbati per 12 ore. Ci svegliamo per fare pipì, bere un po’ d’acqua e raggiungere in un abbraccio la persona amata. Apprezziamo la libertà di poter rispondere ai nostri bisogni emotivi e fisiologici. I più vulnerabili non sono in grado di farlo e dipendono da noi per soddisfare i loro bisogni. Dipendono dal saggio uso della nostra libertà per nutrirli con gentilezza, accudirli e amarli.

Il post della Molloy ha creato un notevole scompiglio. Consulenti di allattamento, psicologi, professionisti perinatali, genitori e pediatri sono scesi in campo per condannare la proposta di insegnare a dormire a una bimba tanto piccola.

Una madre che allatta ha espresso la sua preoccupazione: ”Sembra non esserci alcuna considerazione del fatto che quando si allatta ogni 4 o 5 ore durante il giorno, interrompere per 12 ore può creare ingorghi e disagi, come fa il corpo ad adeguarsi a una pausa di 12 ore?”

Un operatore dei servizi sociali ha scritto: ”Se mi dicessero che un neonato non è stato accudito per 12 ore, io (o qualunque altro pubblico ufficiale) avrei chiamato l’ufficio per gli abusi sui minori. La pratica proposta nell’articolo è insana da punto di vista evolutivo e assolutamente rischiosa.”

Per quanto mi riguarda, il racconto di Molloy mi ha molto turbata. Ho dedicato molte ore alla ricerca degli effetti dei vari metodi per far fare la nanna ai neonati e bambini piccoli e sono a favore di metodi dolci. Condanno, invece, tutte le forme, anche quelle mitigate, di cry-it-out (CIO) (ossia del lasciar piangere fino allo sfinimento oppure del controllare il pianto attraverso una sua estinzione graduale – n.d.t.). Nel mio lavoro sono venuta a sapere di genitori che hanno perduto i loro figli per aver praticato il CIO. Come è possibile? Se abbandonati per ore, non è inusuale che i neonati rigettino, e se non possono girarsi rischiano seriamente di aspirare il proprio vomito (in realtà se il neonato piange e nessuno accorre potrebbe essere sufficiente un tempo nell’ordine dei minuti per arrivare al vomito, non c’è bisogno che passino ore – n.d.t.)

Non riesco a immaginare cosa possa voler dire chiudere la porta di una nursery, ignorare di proposito il pianto, dormire sodo nel silenzio e poi svegliarsi per scoprire che il proprio bambino è morto soffocato. La persecuzione del dolore sarebbe infinita.

Questione di fegato

“Signora, ha il fegato di fare ciò che le suggerisco?” chiede il dottore della Molloy mentre le lancia la sfida? Il suo nome è Dott. Michel Cohen.

Cohen, fondatore del Tribeca Pediatrics e autore di The New Basics: A to Z Baby and Child Care for the Modern Parent, è un vero Dott. Beely. Tuttavia, anziché trarre profitto dal promuovere l’abbandono notturno degli anziani, si concentra sui neonati.

“Avete fegato?”

Vorrei essere quantomai chiara.

Per seguire i “consigli” di Cohen non ci vuole “fegato”. Insegnare a dormire a un neonato di 8 settimane non richiede “fegato”. L’istinto a rispondere al pianto di un neonato è indice di empatia e saggezza, è inoltre di vitale importanza per il sano sviluppo delle generazioni future.

Quello che richiede “fegato” è piuttosto cercarsi un nuovo pediatra quando quello attuale si schiera in favore dell’abuso e dell’abbandono stigmatizzati dalla medicina. Ci vuole “fegato” per modificare l’attuale sistema federale dei congedi di maternità e, infine, per stare al passo con la legislazione etica e a favore della famiglia che caratterizza il mondo moderno. Ci vuole “fegato” per essere presenti e rispondere a un neonato che non è fisiologicamente pronto per dormire tutta la notte. È salutare per neonati e bambini piccoli svegliarsi più volte per essere allattati e ristabilire un contatto. È normale.

Oggi in America ci vuole coraggio per rispondere ai più vulnerabili con compassione, affetto, e una lucidità che sia fondata su prove. Siamo tutti uniti nell’opporcio all’abuso e alla trascuratezza verso i più anziani. Le autorità chiuderebbero qualsiasi casa di riposo che praticasse l’abbandono descritto in apertura di questo articolo. È venuto il momento di opporci con fermezza anche alle pratiche che prevedono di trascurare e abbandonare di proposito i nostri figli di notte.

Per questo sì, è necessario del fegato.

 

Traduzione dall’inglese di Michela Orazzini

tratto da

Non ci vuole “fegato” per “insegnare a dormire” a un neonato – Quando i medici difendono apertamente l’abbandono

Di Amy Wright Glenn – www.phillyvoice.com – 28 marzo 2015

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