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Dalla Marsupioterapia alla normalità fisiologica

Ci siamo lasciati, la scorsa volta, affermando che la Marsupioterapia è un’esperienza positiva e di benessere per tutti i neonati, non solo quelli nati pretermine. Effettuata subito dopo il parto, aiuta infatti tutti i bebé ad acclimatarsi progressivamente al mondo esterno, facendo ritrovare loro un ambiente sicuro e conosciuto (l’odore materno e il battito del suo cuore in primis), stabilizzando i parametri dopo la nascita, diminuendo la fatica e il dolore che possono essere avvertiti dal piccolo in un parto comune.

Il contatto immediato pelle a pelle risulta importantissimo anche per le mamme: ha un ruolo positivo nella gestione del secondamento, del dolore e della stanchezza provati dalla donna, oltre a diminuire il fastidio percepito quando questa necessita di punti dopo il parto. La prosecuzione di questo contatto permette di diminuire la durata della degenza ospedaliera e favorisce e supporta l’allattamento; consente inoltre di arricchire la relazione materno-infantile e aiuta la mamma a comprendere prima e più facilmente le necessità fisiologiche del piccolo, anche nato a termine, oltre ad apportare continui miglioramenti e un maggiore sviluppo nei neonati prematuri.

Ciò consente ai genitori di vivere un’esperienza positiva e gratificante, che implementa le loro capacità e competenze (ricordiamoci che anche i papà possono effettuare la Marsupioterapia!).

Nel documento riassuntivo della Prima Conferenza Europea sulla Marsupioterapia (2008) si conclude che tutte le evidenze scientifiche: “supportano la visione del KMC* a partire dalla nascita come la norma, e l’interpretazione della separazione madre-bambino immediatamente dopo il parto come una violazione dei diritti delle madri e dei neonati, con possibili cambiamenti maladattivi nella stabilità fisiologica e nella co-regolazione dello stress.(Nyquist et al., 2010:822).

Questo significa che ogni separazione di madre e bimbo sani, subito dopo la nascita, deve essere interpretata come superflua e anzi come una violazione dei diritti e dei tempi necessari, la mancanza di rispetto per la vita nascente, per chi si affaccia al mondo per la prima volta, per chi dovrebbe avere la meritata calma dopo un faticoso e importantissimo lavoro. “Se il desiderio fosse che il bambino si renda conto di colpo di essere piombato in un mondo che non sa nulla di lui, in un mondo di crudeltà, d’ignoranza e di follia, non si potrebbe fare altrimenti” (Leboyer, 1981:40).

La cura dei neonati dovrebbe seguire un processo di graduale preparazione e adattamento dalla vita intra-uterina a quella extra-uterina, invece che prevedere un forte impatto con il mondo esterno, aggravato dalla separazione tra madre e figlio. Per questo motivo si vuole mettere in luce l’efficacia di un metodo che non richiede nulla, se non un poco di pazienza e amore. Invece di essere guardata come un’alternativa inferiore alla cura high-tech occidentale, la Marsupioterapia dovrebbe essere percepita come superiore, grazie alla sua efficacia biologica e al suo positivo impatto psicosociale e cognitivo sui neonati e sulle loro famiglie. Un metodo effettivo e utile proprio nella sua semplicità, un metodo che non è neanche un metodo, che non è più una “terapia” ma consiste semplicemente nel seguire l’andamento fisiologico del post parto, e che per le evidenze ottenute, il bassissimo costo e l’immenso guadagno in termini biologici, relazionali e sociali, dovrebbe essere applicato di norma.

E allora è proprio il caso di dire: buon contatto pelle a pelle a tutti!

Nicoletta Bressan

*[Kangaroo Mother Care=Marsupioterapia, n.d.r.]

[Immagine di Nurtured by Design – Kangaroo Zak]

Riferimenti:
Leboyer F. (1981), Per una nascita senza violenza, Edizioni Bompiani, Milano

Nyqvist K. H. et al. (2010), Committee Report. Towards universal Kangaroo Mother Care: recommendations and report from the First European conference and Seventh International Workshop on Kangaroo Mother Care, Acta Pædiatrica ISSN 0803–5253, 22

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