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Sonno dei bambini, 3 miti da sfatare
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Esistono sul sonno dei bambini molto piccoli una marea di consigli e “regole” contrastanti che minano l’intuito e il buon senso naturali delle madri; sfatiamo qualcuno dei miti più comuni:

1. Dormire in braccio, nella fascia, nel passeggino o in auto non è sonno “vero”

Alcuni “esperti” pretendono che qualsiasi tipo di sonno che non sia quello nella culla o nel letto sia “sonno spazzatura”, proprio come il “cibo spazzatura”, e che non sarà ristoratore per il neonato, né tantomeno per il suo piccolo cervello.

Il sonno è sonno. Un bambino che sia piuttosto flessibile su dove dormire è di gran lunga più facile di uno che riesce a dormire solo nel buio di una stanza e nel letto di casa sua. Per quanto si possa riuscire a tornare sempre a casa per ogni riposino con un primogenito, è alquanto irrealistico immaginare di fare lo stesso se i bambini sono più di uno: se c’è un fratello da andare a prendere a scuola, è quasi certo che il piccolo si abituerà a dormire “durante il tragitto”. Inoltre, se il neonato dorme in carrozzina, in fascia o in braccio, il movimento lo cullerà favorendo lo sviluppo del suo apparato vestibolare.

Il sistema vestibolare è formato da una serie di canali posizionati nell’orecchio interno e, mentre un fluido si muove al loro interno grazie al movimento, manderà messaggi al sistema nervoso legato allo sviluppo del linguaggio, della verbalizzazione, dell’equilibrio e dell’integrazione sensoriale (dando un significato a tutti gli stimoli sonori, di movimento, tattili, olfattivi e visivi).

2. Mai cullare un bambino per addormentarlo

Questo modo di calmare e tranquillizzare i neonati è in uso da generazioni, vorrà pur dire qualcosa, non credete? Come già detto, il movimento è necessario allo sviluppo del bambino e, secondo la psicologa americana Sharon Heller, autrice di The Vital Touch, molti piccoli manifestano un forte desiderio di essere cullati se le madri hanno trascorso gravidanze sedentarie, offrendo poche occasioni di movimento al loro sistema vestibolare, necessarie per favorirne lo sviluppo prima della nascita.

Quando il bambino cresce, lo si può “svezzare” dall’essere cullato prima di addormentarsi offrendogli occasioni di maggior movimento durante il giorno, e facendogli ascoltare una musica dolce quando è il momento di rilassarsi, cullandolo meno con gradualità. In seguito, se preferite basterà ridurre il volume della musica.

3. Mai allattare un bambino per accompagnarlo nel sonno

Raccomandazione causa di notevole stress visto che è del tutto normale per un bambino rilassato addormentarsi al seno. Immaginate di essere tutti accoccolati accanto al vostro partner e che a un certo punto vi si dia un colpetto dicendo: “Spostati nella tua parte di letto, stiamo prendendo delle cattive abitudini!”.

Nel latte materno ci sono straordinarie sostanze chimiche rilassanti e, in particolare, nel latte che viene prodotto di notte si formano ormoni e proteine (melatonina e nucleotidi) che inducono il sonno con grande efficacia. Questo spiega perché dopo una poppata notturna di solito i bambini si riaddormentano all’istante. Inoltre, non ha davvero senso svegliare un piccolo mezzo addormentato che è del tutto calmo e rilassato in modo naturale.

E giusto in caso foste preoccupate per le “cattive abitudini”, fatevi coraggio: è molto probabile che vostro figlio adorerà stare accoccolato al seno quando avrà diciott’anni – ma il seno non sarà il vostro!

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Traduzione dall’inglese di Michela Orazzini

tratto da un articolo di  Pinky McKay

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