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Il bambino naturale - consigli a genitori e figli
nascita


Col pancione ormai a termine, a poche settimane dal parto, si fa il conto alla rovescia per l’arrivo del tanto sognato nuovo “ospite”: la gravidanza è andata meravigliosamente bene, circondate dalle premure e delle attenzioni di parenti e amici che non fanno che chiederti come stai, se mangi abbastanza, se sei troppo stanca. Sei ricoperta di complimenti per il bel pancino, per la bella pelle, per il sorriso radioso… Il mondo gira intorno a te e al bimbo che aspetti, e intanto ti sei preparata a dovere sul tuo futuro di mamma: hai seguito i corsi di preparazione al parto e hai letto tutte le riviste possibili e immaginabili, di quelle che si trovano in edicola e che dispensano mille consigli per una gravidanza in bellezza e salute, un puerperio all’insegna del graduale ritorno al peso-forma (con tanto di specifici esercizi) e del riposo necessario all’ottimale accudimento del nuovo nato. Non hai disdegnato neppure le migliori pubblicazioni in materia. Infine, il corredino con pizzi, merletti e bavaglini, la carrozzina più innovativa, il fasciatoio/cassettiera, la cameretta-confetto sono lì, aspettano solo lui…

E lui arriva, magari facendosi attendere parecchio oltre il termine, magari con parto indotto, un parto che – nonostante le informazioni e la preparazione – risulta complesso, al limite del pericolo di vita per il bimbo. Quindi il piccino, sofferente, non si attacca, e anche avendone la forza non riesce perché hai i capezzoli introflessi, per cui la “seduta” in nursery dura un’ora: non c’è tempo per riposare, non c’è personale infermieristico in grado (o disposto?) a darti davvero una mano con l’allattamento, con il cambio, il bagnetto e la “vestizione”.

Prendi a demoralizzarti (e sei solo in prima/seconda giornata!), quando vedi che a tuo figlio danno la glucosata (senza averti informata prima), e quando, poi te lo rinchiudono, “incappucciato” nella culletta per la fototerapia (già, il tuo piccino ha avuto una nascita difficoltosa, non si attacca al seno e ha pure l’ittero), mentre le altre “colleghe” passano l’intera giornata accanto ai loro cucciolini, che poppano tutti senza problemi…. beh, a quel punto inizi ad essere disperata…

Se non fosse stato per il tiralatte di una degente (e NON dell’ospedale), non avresti mai saputo se il latte c’era o non c’era (perché quando le puericultrici vedono che tuo figlio non ne vuole sapere di attaccarsi ti dicono che è perché tu il latte non ce l’hai…), e tuo figlio avrebbe preso subito il biberon – o meglio, avrebbe continuato a nutrirsi con la formula, visto che in ospedale gli viene data in automatico!

Dopo le varie peripezie ospedaliere, ti auguri un “vero” inizio all’insegna della calma e della positività giunta a casa, dove ti aspetta un’enorme torta e tanti pasticcini di benvenuto al nuovo principe di casa, coi parenti più stretti a dispensar complimenti, consigli, auguri e felicitazioni tra un cannolo e un bignè.

Il giorno dopo sei sola, tu e lui: sola con il problema dell’allattamento, con la casa da gestire, con un esserino tanto piccolo che non ne vuol sapere di stare in carrozzina, e piange tanto, piange sempre! Pensi: saranno i primi giorni, sarà che non ci capisco ancora nulla… ma i giorni passano, e quando vorresti il conforto di qualcuno di molto vicino… non riesci neppure a stare al telefono per più di due minuti, che il “despota” (già, nel frattempo il tanto sognato frugoletto si è guadagnato tale epiteto) ti reclama.

E tuo marito? Esce la mattina alle 7, rientra dopo le 7 di sera, non è potuto stare a casa neppure un giorno dopo il tuo rientro dall’ospedale, il suo lavoro non glielo permette. Ma tanto c’è sua madre, tanto c’è sua sorella, tanto …. ma LUI NON C’E’. Col pancione, sognavate insieme lunghe passeggiate con la carrozzina, pomeriggi sdraiati sul divano a guardare la tv, il bimbo rannicchiato in mezzo a voi… Invece la convivenza in 3 è da subito difficile, angosciosa, perché come mamma senti di non essere all’altezza… Ti accorgi che la tua vita, il tuo mondo è completamente cambiato, nulla è più come prima, mentre il padre di tuo figlio si ostina a voler mantenere abitudini e orari di quando eravate solo in due. Già, e i parenti, gli amici, dove sono andati tutti? Ora, soprattutto ora avresti bisogno di non affaticarti ma intorno non c’è più chi si offre di fare, di sbrigare, di alleviare…

La sera vai a letto, sfinita, sapendo che domani sarà un altro – identico – giorno, senonché tuo figlio avrà un giorno in più, e prima o poi diventerà grande (sì, a un mese speri già che il cucciolo si faccia presto uomo!). Avresti voluto che ti avessero raccontato la verità, che ti avessero preparato all’onere di un neonato in casa. E vorresti non sentirti tanto in colpa di non sentirti per nulla felice, per nulla grata e gratificata, per nulla capita, per nulla aiutata… Senti solo ripeterti “che bello, che fortuna, che benedizione”, e anzi al minimo lamento ti sei pure beccata della cattiva…

Ma scrivetelo sulle riviste che il mestiere di mamma non è una passeggiata, scrivetelo che la gioia, il trasporto, l’abnegazione non sono automatici, raccontatelo che gli intoppi sono all’ordine del giorno, che l’allattamento è, spesso, come imparare un nuovo lavoro non sempre nelle condizioni più favorevoli, perché non siano troppe le neomamme a pensare che la nascita di un figlio sia un miracolo… solo per gli altri.

Beatrice Cerrai

Commenti (10)

    • antonella

    • 15 anni fa

    … è vero a volte è così faticoso che arrivi a pensare …. “ma chi me lo ha fatto fare” … e tutto ciò che magari in gravidanza non avresti mai neanche ipotizzato di poter pensare; e per questo ti odi e disprezzi… ; ma quando sopraggiungono quei momenti … ho imparato a fermarmi un istante e provare con uno sforzo che a volte sembra impossibile ma non lo è per nessuna mamma al mondo, a far sorridere la mia creatura; in quel momento ritorno a volermi un pò bene per la forza che la mia nuova condizione di mamma riesce a farmi trovare … diventa amore immenso, puro e io mi sento così viva come mai nella mia vita; nei suoi occhi rivedo i miei e “intravedo l”infinito” … e tutto ciò mi ripagata, di tutto. E” retorica, anche luogo comune forse, si ma in questa retorica sento c”è la verità, una verità profondissima per me . In bocca al lupo tutte mamme e che il lupo non crepi solo se in dolce attesa…

    • alessia

    • 15 anni fa

    pensate, care mamme, a chi sta disperatamente cercando di avere un bimbo e non ci riesce….forse ridimensionereste il peso di questi inconvenienti….

    • Valentina

    • 15 anni fa

    … Mi spiace, ma non ci sto. Sono mamma di due cuccioli, 2 anni e sette mesi il “grande” e di 14 mesi il piccino. Troppo spesso ci si nasconde dietro questa cosa che è dura etc etc, sì, è vero non è facile, ma non ce lo ordina nessuno e gli occhi dei nostri bimbi ci ripagano di tutto. Ho allattato entrambi i miei bambini perchè ero ASSOLUTAMENTE determinata a farlo e perchè non ho MAI mollato. Ne con le ragadi, ne con le 4 mastiti che il più grande mi ha “regalato”. Mio marito era esattamente come nella vostra descrizione: assente per lavoro, ed io mi sono fatta volentieri carico dei nostri cuccioli in toto. Certo bisogna avere delle priorità, quando accade un miracolo come l”arrivo di un bambino in famiglia bisogna almeno immaginarselo che la vita non sarà MAI PIU” la stessa e che le giornate si riempiranno a dismisura di cose da fare, di arretrati, di stanchezza, di pappe, pianti e pannolini. Ma soprattutto di AMORE!! un Amore che sovrasta tutto e riempie tutto per il quale vale la pena di avere la casa modello “bomba appena esplosa” piuttosto che perdere anche un solo verso del nostro cucciolo; siamo proprio sicure che la cosa giusta sia avere a fianco qualcuno (suocera, nuora ma anche mamma o zia) pronto a dispensare consigli che non hanno nulla a che vedere con la nostra idea di come crescere il nostro tesoro piuttosto che guardarci dentro e trovare le risorse che solo una mamma può avere per capire e soddisfare i bisogni del suo Angelo ?
    Per finire sono totalmente d”accordo con Alessia. Ho conosciuto tantissime persone per cui il miracolo non è ancora accaduto … Prego ogni giorno per loro perchè accada …

    • Mazzilli Alessandra

    • 15 anni fa

    Care mamme io penso che l”essere mamma è uno status che può comprendere solo chi lo è veramente e chi vive giorno dopo giorno l”esperienza di vivere accanto al proprio figlio e contribuire alla sua crescita.
    Ogni mamma è una persona a sè stante ed ogni mamma sarebbe più forte se la solidarietà tra mamme fosse vera, sentita e reale.
    E” troppo facile puntare il dito su chi è diverso da noi o su chi magari ha il coraggio di dire delle cose che ognuna di noi ha vissuto e provato o anche solo pensato per un solo momento,pur dandone un valore o una profondità diversi.
    Nessuna nasce mamma perfetta e nessuna deve permettersi di essere lì a giudicare, in primis una mamma!
    Perchè quello che ci manca oggi è il rispetto reciproco l”una dell”altra, sembra a volte che ogni mamma voglia portare a esempio il proprio modo di fare o la propria esperienza personale solo per rafforzare la propria immagine davanti alla società.
    Ma l”essere madre non rappresenta una gara a chi lo fa più bene, o a chi sente di più l”amore, o a chi ha più resistenza, etc…
    Si tratta semplicemente di rispetto, discrezione e solidarietà verso un ruolo importantissimo che noi tutte conosciamo molto bene.
    Per cui tutta la mia solidarietà alla mamma che ha scritto la lettera in redazione, spero che piano piano la tua qualità di vita sia migliorata e che tu stia meglio, che tuo marito ti sia più vicino e che il rapporto con tuo figlio si sia arricchito di nuovi linguaggi con maggiore scambio reciproco. Ti auguro di scoprire giorno per giorno che il cammino della mamma mano nella mano con il proprio figlio è un cammino in discesa.
    Più quest”ultimo cresce, più la madre prende sempre più consapevolezza di sè e del ruolo primario di scambio con il proprio figlio, con tutta la leggerezza che si confà alle cose più naturali del mondo.

    In bocca al lupo a tutte le mamme in difficoltà!

    Alessandra

    • Beatrice

    • 15 anni fa

    Ad Alessandra da Avignone: grazie per aver compreso lo spirito dell”articolo che ho scritto, per dar voce a un disagio che personalmente ho vissuto ma che so essere comune a molte madri. Purtroppo non tutte hanno la fortuna di aver ricevuto un”educazione “all”amore” dalla propria famiglia di origine… e se a ciò si aggiungono difficoltà legate all”organizzazione quotidiana, in assenza di supporti esterni, di comprensione da parte di mariti, madri, familiari…
    Personalmente, ringrazio anche le mamme che coi loro commenti, hanno espresso posizioni differenti a quelle descritte nell”articolo, dimostrando – come io stessa ho sempre auspicato e tutt”ora auspico e credo – che la maternità è un evento gioioso di evoluzione e di crescita.
    Quindi approfitto con lo scusarmi se l”articolo ha, del tutto involontariamente, offeso tutte coloro che si trovano a dover combattere con la difficoltà di avere un figlio proprio… “Mamme sull”orlo di una crisi di nervi” intende essere spazio per le madri consapevoli del dono ricevuto ma purtroppo a confronto con tante difficoltà e tanti disagi che spesso il ruolo di madre presenta…

    • Francesco

    • 15 anni fa

    Articoli e idee come questi andrebbero davvero diffusi. Sono tanti i luoghi comuni errati in cui una donna o il compagno di quella donna può trovarsi intrappolato. Mia moglie è riuscita a superare certe difficoltà nella sua maternità grazie alla sua capacità di estraniarsi da consigli e modi di dire o di fare di una maggioranza che agisce per sentito dire.

    • Marzia

    • 15 anni fa

    Cara Beatrice grazie per le parole che hai scritto, le avrei potute scrivere io, mi sono sentita finalmente capita dopo 16 mesi dalla nascita del mio piccoletto, ho davvero potuto contare solo su me stessa, perchè tutti sono tornati a svolgere le loro faccende mentre la mia vita veniva stravolta, la mia solo la mia, ora Tommy andrà al nido io riprenderò un pezzo di me stessa e cercherò di essere una madre più soddisfatta, non di solo figli si campa anche se li ami più di te stessa, grazie ancora.

    • Federica

    • 15 anni fa

    lo ammetto, mi sono sentita sollevata a leggere la lettera di Beatrice perchè mi è sembrato di ripercorrere tutta la mia esperienza. Io ho avuto la mia bambina tanto attesa e desiderata, e per questo non smetterò mai di sentirmi grata, ma questo mio desiderio esaudito non mi ha reso le cose più facili, sebbene io senta di amare Martina più di ogni altra cosa al mondo…forse il segreto per vivere appieno questo fantastico dono è quello di essere più indulgente con me stessa e anche con la mia piccola, imparando a vivere con maggior leggerezza certe situazioni che non si verificano “come da manuale”, sorvolando su consigli, indicazioni e suggerimenti che le persone intorno ci riferiscono solo perchè ci vogliono bene, ma senza rendersi conto che così facendo ci rendono ancora più insicure e “maldestre”…di non prendersi troppo sul serio e di non voler fare sempre la cosa giusta, ma quella che ci suggerisce il cuore e l”istinto…adesso mi sento meno sola e anche meno “in colpa” per aver propvato certi sentimenti.
    Federica

    • Cinzia

    • 14 anni fa

    Anche se mia figlia è la ragione della mia vita…ora che aha 3 anni pensando al suo primo mese di vita ancora mi angoscio, oltre ad avere il rimpianto di non aver allattato, ma sono sicura che se avrò un altro bambino l”unica regola che seguirò sarà il mio istinto!

    • Alexandra

    • 12 anni fa

    Grazie Beatrice per il tuo articolo, che dovrebbero leggere tutte, sopratutto quelle che sognano, desiderano “disperatamente” avere un bimbo. Sono troppe le donne che, per un qualche motivo, sono convinte di non poter essere felici senza un bimbo, che si aspettano che un bimbo porti nella loro vita una felicità che non c’è. Meglio pensarci molto, ma molto bene! Perché, si, il tuo bimbo è un essere meraviglioso, è vero che nei suoi occhi c’è l’infinito e la Gioia, che l’amore è senza limiti, ecc. ecc. Ma “fare” la mamma, anche se hai un corpo che è una macchina da guerra, un seno che sprizza latte con i capezzoli lunghi un centimetro, la capacità di svegliarti e riaddormentarti con l’interruttore, un marito pieno di buona volontà, E’ UNA FATICA BESTIALE, e si perde anche parti intere di sé, della propria vita, del proprio modo di essere, e sentirsi dire da tutti con tono melenzo “che bello”, “che benedizione”, come se avessi tra le mani solo un bambolotto con cui giocare, è una rottura di scatole pazzesca.

    Mi lascia un pò perplessa, non è la prima volta che lo leggo in queste pagine, l’affermazione che sia il bimbo a riempire la nostra vita di amore, ad insegnarci cos’è l’amore, e così via dicendo. Ma scusate, nessuna è mai stata innamorata sul serio e ricambiata? Da un uomo per il quale tu, come persona (e non come fonte di soddisfazione universale di tutti i bisogni), sei l’essere più bello, meraviglioso e prezioso di questo mondo? Con una relazione di rispetto reciproco, gioia condivisa, passione, attenzione ai sentimenti l’uno dell’altro, piccoli gesti di ogni giorno. Allora, si, l’amore per il nostro cucciolo è selvaggio, profondo, dolce, forte, infinito, meraviglioso. ma tutte queste cose che sono l’amore pieno e compiuto tra due persone, prima che le impari gradualmente e che “Mamma” sia altro che quello che vuole e di cui ha bisogno, ce ne vuole! (anche se sono convintissima che un bimbo sia capace di impararle molto prima di quanto solitamente si crede).

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