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educazione bambini

educazione bambini che ridonoL’articolo è la seconda parte di un testo di Sylvie Hétu, tratto dal capitolo 7 del libro Too much too soon? Early Learning And The Erosion Of Childhood (Troppo troppo presto? L’apprendimento precoce e l’erosione della infanzia).

 

II° PARTE 

L’intuito perduto

Un giorno una mamma arrivò a una delle mie lezioni di massaggio infantile con una pila di libri, ed era in lacrime. Voleva che le dicessi quale libro avrebbe dovuto seguire per l’educazione del proprio bambino, visto che si contraddicevano tutti a vicenda.

 

Come istruttrice di massaggio infantile non posso dare consigli, posso solo guidare i genitori a scoprire cosa sia meglio per loro e  i loro bambini facendo domande e riflettendo. Le chiesi solo quale fosse il suo libro preferito e lei immediatamente lo tirò fuori dalla pila! Allora le dissi:”Bene, sembra che questo sia il libro più utile per te e il tuo bambino”, e lei aggiunse:”…Ma mia suocera, e il dottore, e l’ostetrica…”.

 

I genitori moderni sono spesso perduti sotto il peso di un’informazione eccessiva. Esiste una tale mole di informazione che circola sui neonati ed è a portata di due clic del mouse. Si tratta di informazioni spesso contraddittorie ma in un certo senso non lo considero un problema – al contrario, idee opposte spesso fanno sorgere nuove idee e una maggiore chiarezza.

 

La cosa importante da ricordare è che i genitori hanno intuizioni e idee sui loro bambini, hanno una “vocina” che dice loro cosa è meglio per i figli. Tutti gli specialisti che attorniano i genitori dovrebbero avere il solo scopo di aiutarli a scoprire questa saggezza interiore, che non si trova in alcun libro o dépliant.

 

Ci vuole molto coraggio per lasciar andare tutto ciò che consideriamo personalmente “vero” e creare un bozzolo attorno al genitore perché possa scoprire ciò che è meglio per il neonato, e che in genere è molto semplice. Possiamo contribuire a sgombrare il campo dalle troppe informazioni che vengono date al genitore e a rimpiazzarle con un’atmosfera dove l’intuito possa sbocciare. 

Proteggere il bambino, rivedere gli stimoli

Oggi i bambini molto piccoli sperimentano tanti stimoli con sempre maggior precocità. Vengono messi  nei seggiolini per auto, in quelli elastici, davanti ai video dei computer e della TV; viaggiano in automobile, sugli autobus, sui treni, sugli aeroplani e in metropolitana; camminano per strada in passeggini che guardano la strada anziché rivolgersi alla persona che li spinge; ascoltano telefoni e radio; hanno monitor che li controllano e “nuotano” nel campo elettromagnetico dell’internet senza fili.

 

Propongo di sviluppare una cultura della protezione per i più piccoli. Se vogliamo che la prossima generazione inizi a liberarsi da ogni genere di sindrome, propongo un semplice approccio alla cura dei neonati, pieno d’amore e di sostegno reciproco fra genitori, così che possano godersi l’osservazione dei  propri figli mentre pian piano sbocciano, come è certo che faranno. Lasciamoci alle spalle le gare fra gattonatori e sostituiamole con bimbi che gattonano liberi in un ambiente sicuro mentre le loro mamme chiacchierano felici. Sforziamoci di studiare seriamente i pericoli dell’immergere  i nostri figli in campi elettromagnetici e anziché controllarli via monitor teniamoli solo accanto a noi.

 

Rimpiazziamo il bisogno sempre crescente dei cosiddetti “giocattoli educativi”, che i bambini trovano comunque noiosi dopo un paio di prove, e preferiamo semplici giochi naturali. Allontaniamoci dalla presenza straripante della plastica (biberon di plastica, massaggia gengive di plastica, cucchiaio di plastica, piatto di plastica, seggiolone di plastica, cancelletto di plastica, bavaglino di plastica, frutta e verdura di plastica, macchinine di plastica e  vestiti di plastica).

 

I sensi dei bambini, i riflessi e il sistema nervoso hanno bisogno di protezione (Sardello e Sanders, 1999) per potersi schiudere senza rischi. Restare protetti, con una scelta consapevole delle cose da vedere, toccare, ascoltare; degli odori, voci, equilibri da sperimentare e con accanto qualcuno che amano è tutto quanto serve ai più piccoli. È questo il senso dell’”educazione” per loro. E sì, quando arrivano i neonati sono al centro del nostro universo, è così che dev’essere. 

L’ultima Intuizione 

L’autorità che si dispiega attorno ai più piccoli dovrebbe essere quella guidata dall’amore e dall’abbandono del sé per riuscire a “stare con”. Una presenza “fattuale”, come avrebbe potuto chiamarla Winnicott. Una “continuità dell’essere” che si fa presenza e che è difficile da descrivere, travalicando l’interesse personale sebbene  sia pervasa da un profondo senso di responsabilità che non è facile catturare a parole.

 

Possiamo osservarne bene l’attitudine quando contempliamo i dipinti della Madre e del Bambino di Raffaello, o qualsivoglia tentativo artistico di illustrare ciò che passa fra la madre e il neonato. Questo potrà accadere solo se alla madre stessa viene dato un sostegno affettuoso.

 

Avviene in modo naturale in alcune coppie, o attraverso la famiglia allargata e gli amici. La nostra società post-industriale ha voluto che gli autentici raggruppamenti comunitari venissero sempre più a mancare, e le madri soffrono l’isolamento a un livello mai sperimentato prima d’ora nella storia umana.

Prima, e di certo ancora in alcune comunità del mondo, il “bambino e la madre” venivano presi in carico dalla società nel suo complesso. Naturalmente le madri avevano altre madri, le loro stesse madri o le sorelle e le cugine attorno a sé, pertanto dare alla luce un figlio non era poi un gran problema; faceva parte del corso della vita. Oggi le madri devono andare dagli specialisti, o seguire delle lezioni per trovare la condivisione e il sostegno necessari  alla loro capacità di “stare con”.

 

Le lezioni di massaggio infantile promosse dall’associazione alla quale appartengo da 28 anni, l’International Association of Infant Massage (IAIM), hanno messo al centro dei propri valori, oltre al benessere e al rispetto del bambino, anche il sostegno reciproco dei genitori. Quello che mi affascina di più, avendo letto migliaia di valutazioni sulle attività del mio corso da parte dei genitori, è che la maggior parte delle volte, alla voce “Cosa vi è piaciuto di più del corso?”, i genitori scrivono: “incontrare altri genitori”.

 

Da un lato, si sentono certo più capaci se apprendono le strategie utili a fronteggiare le coliche, la costipazione e i problemi di sonno del bambino, ma persino i ricercatori di questo programma dell’IAIM dicono che è il complesso che funziona, non i singoli pezzi. Spesso, la vicinanza sperimentata dai genitori è ciò che li rende capaci di percepire che non sono soli nella loro nuova avventura, che altri si domandano le stesse cose; e i genitori di bambini più grandi possono essere i migliori consiglieri del mondo.

 

I genitori hanno solo bisogno della presenza di altri per sapersi prendere cura dei propri figli, e della sicurezza economica di poterlo fare.

 

Il mio invito a tutti i leader di governo è quello di considerare seriamente la possibilità di aiutare i genitori a stare con i propri bambini, almeno per un anno, e ancor meglio per tre anni, con la possibilità di arrivare a sei. A lungo termine, un tale cambiamento sarebbe certo in grado da solo di regalare alla società un incredibile  tesoro di risorse terapeutiche che altrimenti andrebbe sprecato senza necessità.

 

Se devono esistere raccomandazioni strutturate o corsi speciali, forse dovrebbero essere volti a proteggere i bambini più piccoli, dando al loro essere e ai loro sensi l’opportunità di svilupparsi, di schiudersi nel tempo dovuto. Non serve altro.


 Traduzione dall’inglese di Michela Orazzini

 

[L’articolo è estratto dal capitolo 7 del libro Too much too soon? Early Learning And The Erosion Of Childhood, Hawthorn Press, 2011 – miscellanea di scritti curata da Richard House. Il capitolo 7 si intitola  The Myth of Early Stimulation for Babies e l’autrice è Sylvie Hétu, istruttrice di massaggio infantile che ha lavorato per 30 anni come educatrice. Ha lavorato in 18 Paesi del mondo e ha collaborato con colleghi provenienti da 50 Paesi diversi].

 

Riferimenti bibliografici

 

Biddulph, S. (2006) Raising Babies: Should Under-3’s Go to Nursery?, Harper Thorsons.

Bowlby, J. (1997) Attachment: Volume One of the Attachment and Loss Trilogy: Attachment Vol 1, London: Pimlico.

Elfer, P. (2007) ‘Babies and young children in nurseries: using psychoana- lytic ideas to explore tasks and interactions’, Children and Society, 21, pp. 111–22.

Elfer, P. and Dearnley, K. (2007) ‘Nurseries and emotional well-being: eval- uating an emotionally containing model of professional development’, Early Years, 27 (3), pp. 267–79.

Gerhardt, S. (2004) Why Love Matters: How Affection Shapes a Baby’s Brain, London: Routledge.

International Association of Infant Massage (nd) Website: www.iaim.net Lasch, C. (1979) The Culture of Narcissism: American Life in an Age of

Diminishing Expectations, New York: Norton.

Sardello, R. and Sanders, C. (1999) ‘Care of the senses: a neglected dimen-

sion of education’, Chapter 12 in J. Kane (ed.), Education, Information, and Imagination: Essays on Learning and Thinking, Prentice-Hall/Merril: Columbus, Ohio, pp. 223–47.

Sigman, A. (2009) The Spoilt Generation: Why Restoring Authority Will Make Our Children and Society Happier, London: Paitkus.

Sunderland, M. (2008) The Science of Parenting, London: Dorling Kindersley.

 

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