
Notte di luna piena. Il termine è già passato, ma qualche bimbo si fa ancora aspettare. E neanche la luna, che smuove le maree, riesce a convincerlo che è ora di uscire… Massaggiare la mamma potrebbe essere d’aiuto?
Il travaglio ha un suo tempo e una particolare impronta; su di esso influiscono sia la storia personale della donna, sia gli accadimenti esterni che si verificano dalla prima all’ultima contrazione. È un’esperienza unica, imprevedibile, profondissima ed estremamente potente.
In condizioni fisiologiche, il travaglio inizia quando il bambino è pronto a nascere e quando la madre è pronta a lasciarlo andare, mettendolo al mondo. Il travaglio si avvia quindi quando tutti gli elementi che vi sono in gioco (fisici, psicologici, spirituali…) trovano il giusto posto e si allineano per concorrere alla buona riuscita del parto.
Spesso si dice che massaggiare la donna in attesa, quando il termine è ormai prossimo, possa “indurre” il parto. In realtà la sua funzione è leggermente differente. Dal punto di vista fisico e ormonale, il massaggio aiuta la donna a rilassarsi. Questo fa sì che nel suo corpo diminuiscano l’adrenalina e le catecolamine (ormoni dello stress) e consente agli ormoni del parto (endorfine, ossitocina e prostaglandine) di lavorare più efficacemente per l’avvio del travaglio.
Dal punto di vista emotivo e psicologico (strettamente connesso con il piano fisico), il massaggio aiuta la futura mamma ad ascoltare il proprio corpo e a confidare in esso in vista dell’esperienza che sta per affrontare. Il rilascio delle tensioni muscolari ed emotive, che possono ritardare e ostacolare il parto, aiuta la donna a lasciarsi andare alle onde del travaglio senza paura e a seguire il flusso degli eventi senza opporvisi e le donano maggior resistenza e forza per affrontare questa esperienza.
In questo senso il massaggio, più che essere induttivo, prepara, supporta e agevola la donna a lasciarsi andare a quello che accadrà e a vivere il travaglio più serenamente e consapevolmente.
Tuttavia, esistono massaggi specifici che possono giovare particolarmente a chi è in attesa e, giunta al termine, vorrebbe arrivare a partorire naturalmente e con dolcezza. Eccoli qui di seguito elencati:
· il massaggio con il rebozo che, come abbiamo già detto in passato, è utile a ammorbidire le fasce muscolari collegate al bacino e che interagiscono direttamente con l’utero
· il massaggio della pancia, a meno che non infastidisca la mamma, perché considerato utile per avviare le contrazioni
· tutti i massaggi riflessologici (viso, mani, piedi, orecchie) che aiutano a rilassarsi e sbloccare tensioni senza andare a toccare direttamente i punti sul corpo della donna
· la digitopressione di punti specifici legati al travaglio e al parto
Vorrei spendere due parole in più sull’ultimo massaggio: esso deriva dalla Medicina Tradizionale Cinese e consiste nella stimolazione di alcuni punti lungo i Meridiani, non solo tramite la digitopressione (pressione eseguita con le dita o con differenti strumenti), ma anche attraverso l’agopuntura o la moxibustione (riscaldamento del punto con un apposito sigaro di artemisia).
Esistono punti direttamente legati all’avvio del travaglio e all’apertura del collo dell’utero e punti più rivolti al trattamento del dolore o dell’ansia collegati al parto. Tutti questi sono considerati abortivi e da non stimolare fino al termine della gravidanza.
Parleremo di essi più approfonditamente nel prossimo articolo, ma intanto…
Buon massaggio a tutti!
Nicoletta Bressan