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INTERVISTA a Claudia Porta: il valore del gioco per i bambini

Schermata 2016-02-22 alle 16.00.08Claudia Porta è insegnante di yoga, scrittrice di numerosi libri, e autrice de La casa nella prateria, uno dei blog più cliccati in Italia, in cui ci racconta la vita con i suoi tre figli e le moltissime idee e attività da fare con i bambini;  non mancano anche tanti spunti educativi sul metodo Montessori

Noi l’abbiamo incontrata e abbiamo parlato un po’ in occasione della settimana del FocusGIOCO.

D: Ciao Claudia. Siamo contentissimi di parlare di nuovo un po’ con te… Come sai, questa è la settimana del “FocusGIOCO” e parliamo dell’importanza del gioco per i bambini, sia come base dello sviluppo psico-motorio, sia come strumento fondamentale di relazione genitori e figli. Dunque, partirei con una domanda per te: “Nel tuo libro consigli tantissimi giochi da creare insieme ai bambini per vivere momenti divertenti tutti insieme. Ma in questa settimana stiamo anche parlando molto del “gioco libero”, nel senso di “gioco indipendente” e “non supervisionato da adulti” per sviluppare indipendenza e fiducia… Tu cosa ne pensi? È importante lasciare i bambini “giocare da soli”?”

R: “Certo. Se abituiamo i bambini a giocare sempre e solo con noi creiamo una doppia trappola: una per noi, che non avremo più un attimo di respiro; e una per loro, che non sapranno trasformare la noia in creatività. Bisognerebbe trovare un giusto equilibrio, ma questa espressione può essere frustrante per i genitori di bambini che richiedono molta attenzione, e che potrebbero sentirsi inadeguati perché non riescono ad “insegnare” ai loro bambini a giocare da soli. È una strada fatta di tentativi e non bisogna sentirsi frustrati se inizialmente questi sembrano infruttuosi.”

D: “Benissimo, ma in una società come quella attuale in cui i bambini, sin da piccoli, sono circondati e abituati alla tecnologia (videogiochi luminosi iperstimolanti), è possibile, secondo te, che riescano ad apprezzare giochi in cui la manualità e la creatività sono fondamentali?”

R: “Possibilissimo. La tecnologia ormai fa parte delle nostre vite, non possiamo negarlo, ma dovremmo cercare di limitare il tempo che i nostri bambini trascorrono sui dispositivi elettronici, e di evitare di proporli fin dalla più tenera età. In ogni caso, non bisogna dimenticare i giochi tradizionali e le attività manuali, che costituiscono un esercizio fondamentale per lo sviluppo del bambino. Se notate che i vostri bambini prediligono i giochi elettronici rispetto a quelli manuali, bisognerà stabilire dei tempi ben precisi da dedicare all’uno e all’altro.”

D: “Un discorso che si lega bene alla tua risposta è quello della televisione; molte volte capita che si conceda al bambino di passare del tempo a guardare la televisione, magari per distrarlo o magari per avere l’occasione di riposarsi o svolgere qualche servizio in casa. Tu in che misura hai fatto vedere la tv ai tuoi 3 figli?”

R: “Quando erano piccoli quasi per niente. Ora che hanno 7, 11 e 12 anni guardiamo insieme un film la sera nel fine settimana. Durante le vacanze, se trascorriamo la giornata in casa, a volte la guardano anche un po’ nel pomeriggio.”

D: “In famiglie con figli che hanno una grande differenza di età, come nel tuo caso, quale può essere la modalità di gioco corretta per coinvolgere e soddisfare tutti? Che cosa consigli?”

R: “Il mio consiglio è di non farsi troppi problemi. Man mano che crescono, i bambini imparano ad organizzare i propri giochi in modo autonomo e trovano da sé il modo per interagire con fratelli più grandi e più piccoli. La maggior parte dei giochi e delle attività possono essere adattate alle capacità e alla fase di sviluppo di ciascun bambino. In alcuni casi, invece, si chiederà ai grandi di adattarsi per far piacere ai piccoli, o ai piccoli di fare uno sforzo in più per partecipare ai giochi dei più grandi (magari con il sostegno e l’aiuto dei genitori). I miei figli, ad esempio, amano giocare a scacchi. Inizialmente facevo squadra con la piccola. Ora, nonostante la differenza di età, è diventata un avversario temibile per i grandi!”

D: “Come dicevamo, nel caso in cui i genitori siano coinvolti nel gioco può capitare che non sappiano come comportarsi con i propri figli; può succedere che siano combattuti tra lasciarli vincere o farli mettere alla prova…”

R: “Questo è un argomento di cui ho parlato in “Giochi con me?”. Ancora una volta, si tratta di trovare un giusto equilibrio, di percorrere “la via di mezzo”: lasciarli vincere ogni tanto per farli sentire competenti; batterli qualche volta per stimolarli a migliorarsi.”

D: “Quando i bambini finiscono di giocare, arriva il momento di mettere tutto a posto e spesso tocca farlo ai genitori se si vogliono evitare pianti e capricci. Esiste un modo, secondo te, per trasformare questo aspetto “critico” in un gioco?

R: “Certo. Il segreto è iniziare fin da subito. I bambini piccoli amano l’ordine e lo interiorizzano facilmente. Instaurare un meccanismo di tipo montessoriano, insegnando ai bambini che un’attività è conclusa solo quando si è ripristinato l’ordine iniziale, permette di mettere ordine non solo in casa, ma anche nella mente del bambino. Niente scenate se il bambino si rifiuta, in alcuni casi il genitore potrà farlo al suo posto ma la regola deve essere che si mette a posto insieme, poi pian piano il bambino farà da solo. Esprimete ad alta voce la vostra soddisfazione (non dicendo al bambino che è bravo, ma ammirando la bellezza della stanza ordinata) una volta finito di riordinare, e continuate ad incoraggiare il bambino a riporre un gioco prima di passare ad un altro. Se i vostri bambini sono già grandicelli e non li avete abituati in questo modo, niente paura: puntate sulla loro voglia di sentirsi grandi e competenti e affidate a ciascuno un compito o un’area di competenza. Invitateli a collaborare e ricompensateli, magari con un’uscita o con un’attività che amano, quando tengono in ordine.”

D: “Tu vivi in una bellissima “casa nella prateria”, ma ci sono tantissime famiglie che vivono in città; spesso non si può uscire durante la settimana e nel weekend magari ci sono da fare commissioni, compiti, etc. C’è qualcosa di pratico che puoi suggerire per questi bimbi che vivono pochissimo in contatto con la natura e il gioco all’aria aperta?”

R: “Innanzitutto consiglio di sfruttare il più possibile i parchi cittadini, ma anche le piazze e le zone pedonali. Quando vivevo a Torino ricordo che i miei figli si mettevano a correre non appena vedevano uno spiazzo. Portateli il più possibile in luoghi in cui possano correre e saltare in tutta sicurezza. Se l’aria non è proprio pulita, pazienza! Per le giornate passate in casa pensate alle attività di vita pratica (http://www.lacasanellaprateria.com/2012/02/montessori-vita-pratica/), ai giochi di società e alle attività creative. I miei figli, ad esempio, adorano gli origami. Potete acquistare un libro o trovare dei tutorial in rete e li vedrete assorti e concentrati per ore!”

D: “Un’ultima domanda; nel tuo libro c’è un capitolo su tutti i giochi creativi all’aria aperta e tutti quelli da fare in casa. Siamo curiosi di sapere se c’è un gioco, tra quelli presenti, che veniva o viene proposto spesso dai tuoi figli. Qual è quindi il vostro gioco preferito?”

R: “Tutti i giochi proposti nel libro sono giochi che facciamo regolarmente. Un grande classico, ancora oggi che Leonardo e Gloria sono grandi, sono le pozioni magiche. La variante è che ora cercano di dare un senso ai loro intrugli, creando bibite e infusioni, oppure profumi, o ancora cercando di provocare reazioni chimiche.”

D: Grazie mille Claudia!

R. Grazie a voi! 🙂

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