È risaputo che dove c’è un papà che sostiene la neomamma e la incoraggia, non solo la neomamma è più serena, ma l’allattamento funziona meglio.
Il papà può rivelarsi un valido alleato delle poppate, incoraggiando la mamma, ricordandole che ha tutte le competenze per nutrire al meglio il loro bambino, aiutandola a livello pratico nella gestione dei pasti o della casa (ovviamente quando c’è) per darle modo di concentrarsi sul loro bambino e sull’avvio dell’allattamento. E oggi sono sempre di più i neopapà che rispondono a questa descrizione: padri attenti, premurosi, consapevoli dell’importanza del loro ruolo di sostegno e protezione nei confronti della compagna.
Sono tanti, ma – purtroppo – non tutti. Ed è normale che sia così. Che non tutti i padri siano pronti a sostenere la neomamma e a starle accanto nel modo giusto. Perché, lo sappiamo, i papà di oggi navigano a vista, in molti casi non hanno un modello a cui ispirarsi perché i loro padri non hanno vissuto con partecipazione l’allattamento dei figli e neppure il loro accudimento (non per “colpa”, ma semplicemente perché in passato si faceva così). D’altronde si sa, è da tempi relativamente recenti che gli uomini stanno scoprendo un nuovo modo di essere padri, di partecipare alla gravidanza, alla nascita e alla crescita del loro bambino.
Capita così che alcune mamme raccontino che il neopapà anziché rivelarsi un alleato del loro allattamento, rappresenti addirittura un ostacolo. È il caso dei papà che preoccupati (giustamente eh) per la salute del piccolo, di fronte a un allattamento che stenta a decollare, insistono perché la compagna rinunci e ricorra alla formula artificiale. E dei papà che arrivati al momento dei primi assaggi, di fronte a un bimbo non interessato ai cibi solidi suggeriscono di interrompere le poppate. E ancora, ci sono papà che sostengono che le poppate rendano il bimbo troppo dipendente dalla madre, che temono che l’allattamento interferisca con lo sviluppo dell’autonomia, che dopo il primo compleanno chiedono alla mamma di interrompere le poppate anche se a lei fa piacere continuare.
Situazioni diverse ma con un denominatore comune: una divergenza di opinioni o addirittura un conflitto all’interno della coppia che fa male a tutti… Al papà stesso, ma ancor di più alla mamma e di conseguenza al bambino che “respira” le emozioni e gli stati d’animo dei suoi genitori.
I papà che “remano contro” quando si parla di allattamento sono, in genere, papà poco o male informati. Sono “vittime” di una cultura – la nostra – che è ancora ostaggio di pregiudizi e luoghi comuni che interferiscono con la serenità di mamme e bambini, mettendo in discussione le potenzialità materne di nutrire e accudire al meglio i loro piccini.
Spesso ad aumentare i dubbi dei neopapà sono i commenti di famigliari, parenti o amici, che male informati in tema di allattamento, offrono consigli scorretti o criticano le scelte della neomamma.
D’altronde non è facile andare controcorrente e non è facile vincere i propri dubbi quando riguardano il benessere del nostro bambino. Ogni genitore sente intensamente la responsabilità di far sopravvivere, crescere e stare bene il piccolino che è nato. Insomma, un allattamento che non decolla può fare paura a un papà. Così come un allattamento che continua dopo il primo o il secondo compleanno, se nella cerchia delle proprie conoscenze tutte le altre mamme lo hanno concluso prima.
Il problema è che un papà che non è di supporto fa male due volte. Manca il suo sostegno che sarebbe stato prezioso e le sue critiche (o comunque i suoi dubbi) pesano molto di più delle critiche di chiunque altro, dato che è la persona più vicina alla mamma e al bambino.
E allora… cosa fare per gestire una situazione di questo tipo?
Ovviamente, ogni coppia è diversa, ogni contesto famigliare è differente, ricette pronte o soluzioni universali non possiamo offrirne, ogni donna deve trovare le proprie soluzioni, quelle che meglio si adattano a lei, al suo partner, alla loro storia di coppia, però possiamo provare a riflettere insieme su alcune strade possibili, da valutare e adattare alla propria situazione.
L’INFORMAZIONE
È il primo passo. Se il papà conosce l’importanza dell’allattamento per la salute del bambino e della mamma, i vantaggi a breve e lungo termine, la protezione offerta da tante malattie anche importanti (come il diabete di tipo 2), probabilmente sarà più propenso a collaborare per la buona riuscita delle poppate. E in ogni caso l’informazione fa sì che all’interno della coppia, i due genitori parlino la stessa lingua, siano entrambi consapevoli. E dato che prevenire è meglio che curare, l’ideale sarebbe sfruttare il periodo dell’attesa per informarsi sulla fisiologia dell’allattamento, per prendere contatti con delle persone competenti (ostetriche, consulenti de La Leche League, consulenti IBCLC, ecc.) che possano aiutare la neomamma in caso di necessità, per frequentare un buon corso di accompagnamento alla nascita (in cui si parli anche di poppate) e/o gli incontri organizzati da associazioni e gruppi di mamme. I futuri genitori potranno partecipare insieme, oppure potrà essere la futura mamma a riferire al partner quello che sta imparando.
LOTTA AI FALSI MITI
Ad oggi sono ancora tanti, troppi, i luoghi comuni a proposito dell’allattamento di cui la scienza ha dimostrato l’infondatezza ma che sono duri a morire… Se il problema è l’allattamento di un bimbo che ha superato i primi mesi, potete riferire al papà che non solo le poppate non interferiscono con il suo cammino verso l’indipendenza, ma al contrario: lo favoriscono! Bambini che hanno “fatto il pieno” di mamma, latte e rassicurazione da piccoli, si muovono alla scoperta del mondo con grande sicurezza e fiducia. Se la vostra parola non dovesse bastare, fate parlare il vostro partner con una figura competente (ostetrica, consulente, pediatra che sostiene l’allattamento) che possa rassicurarlo. E ricordiamo che i bambini piccoli sono dipendenti… che siano allattati o meno. Ed è normale che sia così, c’è tutta l’infanzia per crescere e diventare autonomi.
IL DIALOGO
Di fronte a un papà che scoraggia l’allattamento, il dialogo spesso si rivela risolutivo. Parlate con il cuore in mano al vostro compagno, spiegategli che per voi allattare (o continuare ad allattare se in discussione è l’allattamento dopo i primi mesi) è importante, che ci tenete per questo e quel motivo, che sentite che è la strada giusta per voi e per il vostro bambino. Spiegate in modo chiaro (a volte si rischia di dare per scontati dei concetti che a noi sembrano evidenti, ma che magari per il partner non lo sono) che volete allattare, che lo volete tantissimo. E qui viene il passo successivo: chiarite che avete bisogno del suo sostegno.
CHIEDETE IL SUO AIUTO
Sì, chiedete aiuto. Rendetelo partecipe. Sottolineate quanto è importante per voi che lui sia dalla vostra parte, che vi comprenda e vi sostenga. Ricordategli che il suo incoraggiamento è prezioso, più di qualunque altro sostegno. Fatelo sentire importante, perché lo è. Lui può favorire il vostro benessere (e quindi quello del vostro bambino) e la vostra serenità. Valorizzate il suo ruolo. Sottolineate che tutto questo è per il bene del vostro bambino e che insieme tutto è più facile. E più bello.
CHIEDETE IL SUO RISPETTO
E se il papà non vuole saperne di aiutarvi? Se nonostante il dialogo e la richiesta di aiuto resta ostile nei confronti dell’allattamento? Chiedete rispetto. Per voi, per le vostre scelte di madre e per le vostre competenze. Chiarite che sapete quello che state facendo, che siete ben informate e consapevoli. Quindi se non desidera sostenervi, ebbene che almeno non sia di ostacolo. E poi con il trascorrere del tempo, non è detto che anche il papà più diffidente non arrivi a cambiare opinione, semplicemente osservandovi, constatando che voi siete serene e il vostro bambino felice.
Sono tanti i racconti di mamme che descrivono papà inizialmente poco amici dell’allattamento che nel tempo sono diventati sostenitori entusiasti delle poppate e addirittura si sono fatti portavoce della bontà del latte di mamma con amici e colleghi! Ma se la situazione non dovesse evolversi così felicemente… assaporate comunque l’esperienza dell’allattamento, vivendola con gioia insieme al vostro bambino.
Buone poppate!
Giorgia Cozza