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Sviluppo del linguaggio del bambino: 12 strategie e consigli utili
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Fin da neonati i bambini sono capaci di comunicare e il pianto rappresenta la loro prima forma di comunicazione.

I bambini comunicano per rispondere alle sollecitazioni dell’ambiente esterno, per protestare, per richiedere attenzione, per focalizzare l’attenzione su oggetti o giocattoli, per ottenere qualcosa che desiderano
, per esprimere desideri ed emozioni, per descrivere ciò che li circonda.

La comunicazione avviene attraverso molteplici modalità, tra cui:

la comunicazione verbale, che coincide con il linguaggio parlato e scritto;

la comunicazione non verbale, che include i gesti, la mimica facciale, lo sguardo, la postura. Questa modalità costituisce la componente non intenzionale della comunicazione, sostiene ed arricchisce la comunicazione verbale ed esprime soprattutto la dimensione emotiva.

Nel corso dei primi anni di vita i bambini imparano a sviluppare le loro competenze comunicative e linguistiche in modo naturale. Gli adulti (i genitori in primis) sono coloro hanno il delicato ruolo di fornire ai bambini i modelli comunicativo-linguistici di riferimento e di rafforzare e stabilizzare le loro acquisizioni.
 È estremamente importante, quindi, che i genitori e gli adulti con i quali i bambini si relazionano imparino adeguatamente ad osservare e valorizzare tutti i comportamenti comunicativi dei bambini da quelli verbali a quelli non verbali.

Di fronte ad un ritardo di linguaggio è fortemente consigliabile adottare adeguate e specifiche strategie che promuovano la comunicazione e lo sviluppo del linguaggio del bambino (tali strategie sono comunque da tenere in considerazione anche nei casi di sviluppo tipico, e da utilizzare con il proprio bambino in tutti i contesti di vita quotidiana).

Di seguito viene fornita una sintetica presentazione di strategie e modalità efficaci di interazione e comunicazione con il bambino:

  1. Mostrare al bambino interesse ed attenzione verso tutti i suoi tentativi di comunicare;
  2. Comunicare “faccia a faccia”, ponendosi allo stesso livello del bambino mantenendo stabile e continuativo il contatto oculare e valorizzando le espressioni del volto;
  3. Coinvolgere il bambino nelle azioni di vita quotidiana e sfruttare le routine (es. il momento del bagnetto, della pappa) per stimolare la comunicazione, commentando le azioni svolte in modo semplice, chiaro e contingente;
  4. Seguire l’interesse del bambino: accogliere e valorizzare le intenzioni e l’iniziativa comunicativa del bambino durante giochi o routine (es. il bambino prende la palla, il genitore denomina l’oggetto e propone un gioco con la palla);
  5. Parlare al bambino con un ritmo lento, dare importanza alle pause per favorire l’alternanza dei turni durante gli scambi comunicativi, modulare l’intonazione della voce per dare risalto alle parole o al significato delle frasi prodotte, sulle quali si vuole intenzionalmente indirizzare l’attenzione del bambino;
  6. Non anticipare il bambino quando mostra di voler comunicare un desiderio o effettuare una richiesta ma attendere qualche istante per permettergli di esprimersi in modo indipendente;
  7. Usare un linguaggio ridontante (consiste nel ripetere più volte una parola chiave o un’espressione inserendola in più frasi, per esempio “L’orso è stanco – L’orso è stanco e ha sonno – L’orso dorme”) per offrire al bambino l’opportunità di apprendere o stabilizzare l’uso di nuove parole;
  8. Modellare ed espandere il linguaggio del bambino: partire dalla produzione linguistica del bambino (es. una piccola frase o una parola) ed inserirla in una struttura grammaticalmente corretta più comprensibile e completa (es. il bambino guardando un libro dice: “Gatto dorme“, il genitore dice: “Sì, il gatto dorme“);
  9. Utilizzare domande aperte piuttosto che domande chiuse per permettere al bambino di esprimersi verbalmente (es. “Con cosa vuoi giocare?” e non “Vuoi giocare con il trenino?…Vuoi giocare con le costruzioni?“);
  10. Promuovere la scelta da parte del bambino (per quanto riguarda cibi, vestiti, giochi, etc.) ovvero proporre sempre almeno due alternative tra cui scegliere piuttosto che una sola possibilità che implica soltanto una risposta si/no (es. “Vuoi la mela o la banana?” e non “Vuoi la mela?…Vuoi la banana?“)
  11. Coinvolgere il bambino nella lettura condivisa di libri (attenzione nella scelta, devono essere adatti alla sua età!): questa attività fornisce l’occasione per una ricca stimolazione cognitivo-linguistica per promuovere l’iniziativa comunicativa del bambino. Sia la comprensione che la produzione linguistica viene stimolata attraverso l’attività di denominazione, commento contingente delle immagini presenti nel libro e formulazione di domande appropriate da parte dell’adulto;
  12. Coinvolgere il bambino con canzoncine e filastrocche e routine verbali/gestuali (es. gioco del cuccù-settete) utili per promuovere l’acquisizione di nuove parole e favorire l’alternanza dei turni comunicativi.

Giulia Malaspina, logopedista e curatrice del blog Logopedista Giulia Malaspina

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