• 0 Elementi - 0,00
    • Il carrello è vuoto.
Allattamento in luogo pubblico, niente discriminazioni!
allattamento-in-pubblico

Sappiamo bene quanto sia importante l’allattamento al seno: l’OMS raccomanda di allattare esclusivamente fino ai 6 mesi e di continuare ad offrire latte materno anche dopo l’introduzione di cibi complementari, fino ai 2 anni e più. Sempre l‘OMS raccomanda lallattamento a richiesta, al fine di favorire la lattazione e il bonding. [1] A richiesta significa quando il neonato/infante oppure la mamma ne sente la necessità. E per necessità si intendono tantissime situazioni come fame, sete, bisogno di coccole, fastidi dovuti a rumori o luci, male al pancino e altro ancora.

E se dovessimo trovarci fuori casa, come facciamo ad assecondare la richiesta? La risposta è più che ovvia: “Semplice! Ti metti comoda, scopri il seno e attacchi il tuo bambino.”. Purtroppo oggigiorno (e siamo nel 2016!) le mamme che seguono la naturalità e l’istinto trovano spesso e volentieri degli ostacoli o ancor peggio delle DISCRIMINAZIONI!

Se provassimo a scrivere su un qualunque motore di ricerca “mamma allontanata perché allattava” possiamo trovare diversi articoli di cronaca; ebbene sì, cronaca, perché non è concepibile un atteggiamento di disprezzo per coloro che seguono la natura e i bisogni fisiologici del bambino.

Tra gli articoli trovati in rete mi ha colpito molto una storia fra tutte: una mamma, che stava allattando in un locale, è stata “invitata” dal titolare ad uscire perché “hai sempre il seno di fuori per allattare”. Siamo sul lungomare di Arma di Taggia e il fatto è accaduto in un giorno molto particolare: l’8 maggio [2]. La festa della mamma.

O ancora un’altra storia, accaduta poche settimane fa: mamma allontanata dalla sala perché qui “è vietato introdurre cibi e bevande”. Volete sapere in che contesto si trovava la mamma? Era a un convegno CONTRO la violenza di genere. Non aggiungo altro.

Ma perché la visione di una mamma che allatta turba così tanto l’opinione pubblica? Non è forse un gesto naturale? Come può l’immagine di una mamma che si occupa della salute del proprio bambino disturbare così tanto la “gente”? Scandalizza così tanto un seno quasi-scoperto? Siamo abbastanza contraddittori dato che i mass media usano senza ritegno il corpo commercializzato della donna per trasmettere messaggi pubblicitari. Vorrei solo ricordare che le mammelle nascono per soddisfare il bisogno nutritivo dei cuccioli: non a caso ci chiamiamo mammiferi. Il senso erotico del seno arriva solo in un secondo momento.

In Italia non ci sono norme né che vietino né che “autorizzino” le mamme ad occuparsi dell’alimentazione del proprio neonato. Si tratta di un tabù sociale che è diventato una sorta di legge non scritta: per par condicio dovremmo ribellarci a tutti i manifesti pubblicitari che immortalano il corpo semi-nudo della donna. Pensiamo veramente che il confronto possa reggere? Corpo semi-nudo per la pubblicità vs seno semi-scoperto per alimentare un cucciolo?

La discriminazione delle nutrici attraversa diversi confini geografici: nel Regno Unito è stato necessario inserire una voce nell’Equality Act del 2010 per condannare chiunque discriminasse una mamma che allattava fuori casa [3]. In Australia si è iniziato a condannare la discriminazione contro le nutrici già nel 1984 attraverso la Sex Discrimination Act (section 7) [4]. È veramente necessario avere una legge per giustificare un atto naturale come quello di sfamare un cucciolo d‘uomo? A quanto pare sì.

In Italia si stanno diffondendo i Baby Pit Stop, ovvero ambienti protetti (in strutture socio-sanitarie, farmacie, locali pubblici…) in cui le mamme possono accomodarsi per allattare il proprio bambino e provvedere al cambio del pannolino. “Pit Stop” deriva dal linguaggio della Formula Uno: “cambio gomme + pieno di benzina” = “cambio pannolino + pieno di latte”. Inoltre esiste un’app per visualizzare il BPS più vicino [5]. I BPS sono un ottimo aiuto per le mamme che allattano ma non sono sufficienti: occorre aiutare e sensibilizzare la società sull’importanza e la necessità di allattare, in qualunque spazio e in qualunque tempo (sia che il cucciolo abbia 3 settimane sia che il bambino abbia 2 anni).

Alcuni consigliano alle mamme di portarsi un fazzoletto per coprire il seno e la testa del bimbo durante la poppata oppure addirittura la cosiddetta mantellina per l’allattamento. Queste “soluzioni” non fanno altro che assecondare il tabù e il pregiudizio infondato: “puoi allattare purché ti copri”. Eh no, così non ci siamo proprio.

La domanda da porci non è “Come mai quella donna allatta?” ma dovrebbe essere “Come mai quella donna si nasconde per allattare?”. Secondo il sondaggio Public Health England‘s Start4Life, 1 mamma su 5 si imbarazza ad allattare “in pubblico” e 6 mamme su 10 si ingegnano per “nascondersi” [6]. Rispetto alla popolazione generale, quasi 3 persone su 10 non accettano di vedere una poppata al seno. Mi sembra che questa percentuale sia troppo alta.

Dobbiamo prendere una netta posizione verso coloro che discriminano l’allattamento. Pensate anche quale messaggio mandiamo ai nostri bambini e adolescenti: saranno loro le madri e i padri del futuro! Dovrebbero crescere sotto la cultura dell’allattamento: non tanto perché sia una cosa straordinaria (nel vero senso della parola ovvero fuori dall’ordinario) bensì perché è il modo naturale per alimentare un infante.

Cosa possiamo fare dunque?

– Per prima cosa dobbiamo avere il coraggio di essere madri e padri, sia in casa che fuori;

– Supportiamo le nostre amiche o parenti che tentennano se allattare il bimbo al bar o al parco;

– Qualora assistiamo a una discriminazione mettiamoci dalla parte della mamma e reclamiamo i nostri diritti;

– Congratuliamoci con le mamme che allattano fuori casa.

In poche parole: uniamo le forze, insieme possiamo!

Dott.ssa Antonella Schiavello, Ostetrica esperta in Fisiologia e Patologia dell’Allattamento, Socia Fondatrice MA.MA – www.accudimentoneonatale.com

[1] L’allattamento al seno: protezione, incoraggiamento e sostegno. L’importanza del ruolo dei servizi per la maternità. Dichiarazione congiunta OMS/UNICEF, 1989

[2] http://www.sanremonews.it/leggi-notizia/argomenti/altre-notizie/articolo/arma-di-taggia-una-mamma-viene-offesa-e-allontanata-da-un-locale-perche-allatta-la-protesta-delle.html

[3] Equality Act 2010 UK (pagg.7-9)

[4] Sex Discrimination Act 1984 Australia

[5] Baby Pit Stop UNICEF http://www.unicef.it/doc/4142/babypitstop.htm

[6] https://www.gov.uk/government/news/new-mothers-are-anxious-about-breastfeeding-in-public

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Accetto i Termini e Condizioni e la Privacy Policy

×
Registrati alla newsletter