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Bambini e natura: ecco perché sporcarsi fa bene

Cari amici, vi proponiamo la prima parte di un interessantissimo articolo tradotto da Michela Orazzini, curatrice della nostra rubrica “Tradotti per voi”.

L’articolo, pubblicato dal Wall Street Journal, parla a tutti i genitori, soprattutto a coloro che quotidianamente cercano di evitare che i piccoli “si sporchino le mani” giocando e vivendo a contatto con la natura. Spesso i genitori vorrebbero che i figli vivessero in un ambiente quanto più possibile asettico. Ma questo, insieme ad altri comportamenti, alla lunga può creare dei problemi, compromettendo il sistema immunitario dei bambini. Ecco cosa hanno scoperto gli scienziati statunitensi a riguardo.

Fateli sporcare, è tutta salute!

Dal Wall Street Journal – articolo di B. Brett Finlay, Marie-Claire Arrieta

Quando il suo primo figlio, Jedd, era all’asilo, la nostra amica Julia si era trasferita in una piccola fattoria con polli e maiali, allevati liberi all’aperto. Quando era nato il secondo figlio, ogni mattina lo teneva in fascia sulla schiena per poter andare nel pollaio a prendere le uova. Jedd rincorreva le galline e ogni tanto ne assaggiava il mangime e toccava le uova fresche. Un paio di volte, lo aveva persino pescato a masticare qualcosa che aveva raccolto da terra.

All’inizio, tutto questo l’aveva fatta impazzire, ma poi, visto che Jedd non sembrava ammalarsi, si era rilassata. Il suo secondo figlio, Jacob, aveva iniziato presto a fare lo stesso e non aveva mai perso l’occasione di sporcarsi. Una volta lo aveva trovato immerso fino alle ginocchia nel letamaio. Il timore iniziale che i bambini si ammalassero per colpa della sporcizia si era dileguato e Julia era felice di vedere che godevano ottima salute.

Era forse una madre irresponsabile? O tutti noi potremmo imparare qualcosa dal suo esempio?

Per gran parte del secolo scorso, i microbi sono stati considerati una calamità, e a ragion veduta: causavano malattie, pandemie e morte. La maggior parte delle comunità umane hanno sperimentato i benefici dei progressi medici – antibiotici, vaccini e sterilizzazione hanno ridotto in maniera radicale il numero e la gravità delle infezioni di cui si soffre nel corso della vita. Nel mondo occidentale morire per un’ infezione causata da microbi è un’eventualità molto rara e, negli Stati Uniti, l’aspettativa di vita è aumentata di 30 anni dal 1915 – in gran parte proprio grazie al successo contro le malattie infettive.

Tuttavia, sfortuna vuole che questo progresso abbia avuto un costo da pagare, come si denuncia già da qualche anno. La nostra missione anti microbi è stata accompagnata, nei paesi industrializzati, da un’esplosione di malattie e disturbi cronici e non infettivi, ormai prevalenti. Diabete, allergie, asma, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie auto-immuni, autismo, obesità e certi tipi di cancro sono ai più alti livelli mai visti. L’incidenza di alcuni di questi disturbi raddoppia ogni 10 anni, con insorgenza sempre più precoce, spesso durante l’infanzia.

Tutte queste malattie hanno una componente genetica, ma la loro crescita allarmante non può essere spiegata solo con la genetica. Studi recenti hanno trovato un nesso diretto fra la presenza o l’assenza di certi batteri e tutte le malattie croniche appena menzionate. Si è scoperto che i microbi dentro di noi sono ben più che tranquilli inquilini; sono parte integrante della nostra fisiologia e alterarli porta alla malattia.

Nel nostro studio del 2015 (pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine) abbiamo scoperto, per esempio, che bambini di tre mesi con quattro particolari tipi di microbi nelle feci avevano un rischio molto inferiore di sviluppare l’asma nel corso della vita. Quando quei quattro microbi venivano introdotti nei topi, li proteggevano contro l’asma indotta in laboratorio, dimostrando per la prima volta che le alterazioni della flora batterica intestinale possono fare da apri pista allo sviluppo di malattie. Tramite esperimenti di laboratorio si è anche visto che i topi obesi perdono peso a seguito di trasfusione fecale da topi magri (è vero anche l’inverso, dove i topi magri ingrassano dopo la trasfusione fecale da topi obesi).

Il risvolto pratico di tutte queste ricerche è chiaro: la nostra salute dipende in larga parte dal mantenimento di una robusta e variegata comunità di microrganismi all’interno del nostro corpo – e stabilire una buona salute intestinale sin da piccoli è particolarmente importante.

Durante i primissimi mesi di vita, la comunità microbica residente nel nostro corpo è molto meno stabile e radicata rispetto ai periodi successivi della vita. Qualsiasi cambiamento drastico ha una probabilità molto più alta di alterare in modo permanente il nostro microbiota (come viene chiamato dagli specialisti questo mondo di minuscoli organismi residenti) e la nostra salute a lungo termine.

Dal momento in cui nasciamo, iniziamo ad essere colonizzati dai batteri, il che dà l’avvio a tutta una serie di processi biologici fondamentali, incluso lo sviluppo del nostro sistema immunitario. Prima della nascita, il rivestimento delle nostre mucose intestinali è ricoperto da cellule immunitarie immature; quando subentrano i batteri, le cellule immunitarie reagiscono, modificandosi e moltiplicandosi. Si trasferiscono persino in altri distretti del corpo per addestrare le altre cellule con le informazioni acquisite da questi intrusi. Se privato di questa interazione, il sistema immunitario resta approssimato e immaturo, incapace di combattere la malattia in modo appropriato.

Gli scienziati non hanno ancora ben capito come i microbi possano fare tutto questo da un punto di vista molecolare, ma sappiamo che la maggior parte dei batteri insegna alle cellule del sistema immunitario a tollerarli, mentre alcuni batteri – i patogeni che sono causa di malattie – sollecitano una forte resistenza. Il risultato è che l’intestino diventa un luogo relativamente controllato e armonioso.

Un’altra funzione fondamentale dei microbi è l’aiuto che forniscono alla regolazione del metabolismo. Come altri animali, gli esseri umani utilizzano il cibo digerito e assorbito dall’intestino per produrre energia. Oltre ad aiutare nella digestione di alcuni cibi che da solo l’intestino non saprebbe gestire, i batteri producono composti che contribuiscono a definire il modo in cui utilizziamo o immagazziniamo l’energia nel nostro corpo. Nuove ricerche mostrano anche che il microbiota gioca un ruolo importante nello sviluppo neurologico e persino nella salute dei vasi sanguigni.

Queste scoperte hanno indotto gli scienziati a definire il microbiota come un “nuovo organo”, forse l’ultimo organo ad essere scoperto dalla medicina moderna. Gran parte di queste conoscenze sono ancora nuove e molti pezzi del puzzle restano da sistemare, ma proteggere i primi stadi evolutivi del nostro microbiota ha senza dubbio un impatto significativo sulla nostra salute.

di Michela Orazzini, traduttrice e curatrice della rubrica “Tradotti per voi”

Dall’articolo di B. Brett Finlay, Marie-Claire Arrieta Get your children good and dirty

Parte 1 di 3

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