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La pedagogia Montessori e le nuove tecnologie

D. Chi è Mario Valle?

R. Sono un papà di un ragazzo ormai quindicenne e un computer scientist al Centro Svizzero di Calcolo Scientifico di Lugano, dove passo le mie giornate in mezzo alla tecnologia più avanzata e lavoro con scienziati che sono, per fortuna, rimasti bambini curiosi e capaci di meravigliarsi.

D. Che rapporto hai con il mondo Montessori?

R. Ho conosciuto questo mondo attraverso mio figlio. L’avevamo iscritto alla scuola Montessori di Varese sulla fiducia, perché né io, né mia moglie conoscevamo qualcosa di questo metodo. All’epoca volevamo solamente una scuola che rispettasse nostro figlio come persona, dei metodi educativi non ci importava molto. Da subito però l’abbiamo visto felice e, tramite i suoi racconti e quello che gli vedevamo fare, abbiamo incominciato a incuriosirci e volerne sapere di più sul progetto Montessori.

D. Ma come sei arrivato a studiare così in dettaglio le idee di Maria Montessori?

R. Ci sono arrivato perché da subito ho scoperto un forte legame con quello che all’epoca mi impegnava al lavoro. Mi occupavo, infatti, di visualizzazione scientifica, cioè di rendere visibili i risultati, i numeri, prodotti dai supercomputer del centro di calcolo perché siamo molto bravi a notare strutture e tendenze con la nostra vista. E Montessori che fa? Ogni materiale che si trova in quelle scuole “materializza le astrazioni”. Rende concrete e fruibili attraverso i sensi del bambino, tatto e vista principalmente, idee astratte come il numero o le parti grammaticali del discorso.

D. Ci sono altri motivi?

R. Sì, soprattutto rendermi conto che, in un certo senso e mi si perdoni l’audacia, sono un collega di Maria Montessori: siamo ambedue scienziati. Perché scoprire che lei era una scienziata sperimentale mi ha fatto guardare con altri occhi tutto quello che si fa in una scuola Montessori. E scoprire che dietro a ogni materiale e ogni attività c’è una solidissima base scientifica mi ha catturato.

D. Veniamo al libro. Per cominciare, Maria Montessori è contraria alle tecnologie?

R. No assolutamente. Ne era affascinata. Ma aveva ben chiaro in mente che al primo posto viene il bambino e le sue esigenze di sviluppo. Nel libro cito una sua frase in cui afferma che gli “ausili meccanici”, la tecnologia, diventerà secondo lei una necessità generale nelle scuole del futuro. Però subito dopo ricorda con forza le priorità corrette notando che questi ausili meccanici non sono sufficienti per realizzare la totalità dell’educazione. Grazia Honegger Fresco, allieva diretta di Maria Montessori, ricorda che la Dottoressa era molto curiosa, e avrebbe sicuramente provato tutte le tecnologie cui hanno accesso i bambini, ma le avrebbe usate come mezzo di sviluppo del bambino alla pari di tutti gli altri materiali. Tra l’altro Grazia ha scritto la prefazione del libro.

D. Com’è nato questo libro?

R. Il libro è nato dagli appunti delle mie lezioni ai corsi di formazione per insegnanti dell’Opera Nazionale Montessori su “Montessori e le nuove tecnologie”. Ero stato chiamato perché credo di poter dare uno sguardo alla questione da un punto di vista un po’ diverso dalla norma, da uno che non è “dell’ambiente”. Non sono, infatti, né un pedagogista né un insegnante, ma uno scienziato che ha trovato stretti parallelismi tra il mondo scientifico in cui si muove e il mondo Montessori. Poi perché nel mio lavoro vedo quello che serve per presidiare la frontiera più avanzata della scienza e della tecnologia. E poi, perché non mi si può accusare di essere un Luddista, uno che avversa le tecnologie, perché queste riempiono le mie giornate lavorative.

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D. La tua famiglia ha avuto un ruolo nella creazione del libro?

R. Ha avuto un ruolo fondamentale. Mia moglie, compagna di vita e di avventure montessoriane che mi ha incoraggiato e sostenuto in questa impresa e che, con la sua esperienza di insegnante, ha fatto da tramite verso il mondo scolastico. Mio figlio, per avermi fatto conoscere il mondo Montessori, poi come vero nativo digitale per essere stato mio consulente durante la stesura del libro.

D. Ci puoi dire a grandi linee come è strutturato il libro?

R. Nella prima parte, dopo aver analizzato il rapporto di Maria Montessori con le tecnologie, cerco di definire qual è l’età adatta per introdurre la tecnologia nella vita del bambino. Poi giustifico le mie affermazioni su tecnologia e infanzia andando a scavare nei meccanismi mentali che un bambino mette in campo quando interagisce con oggetti tecnologici. Concludo la prima parte vedendo se un oggetto tecnologico possa essere considerato un materiale Montessori e, soprattutto, provando a dare uno sguardo al futuro, questo futuro che sembra esigere l’introduzione della tecnologia nelle scuole. Nella seconda parte del libro raccolgo una serie di proposte per l’uso della tecnologia nella scuola da adattare e limare con la sensibilità di ogni buon insegnante.

D. A chi consiglieresti questo libro?

R. Come dicevo, questo saggio nasce dalle mie lezioni ai corsi di formazione per insegnanti Montessori per cui lo consiglio in primo luogo alle maestre e maestri Montessori, soprattutto della scuola primaria, in formazione o che già vi lavorano. Consiglio, però, questo libro anche a insegnanti, genitori e semplici curiosi perché penso che possa aiutarli a capire più a fondo le idee che animano una scuola Montessori, ancor prima e indipendentemente dal contributo della tecnologia.

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