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Regole, come aiutare il bimbo a comprenderle e metterle in pratica

Quando si parla dell’importanza di coccolare e rassicurare i bambini per aiutarli a crescere più sereni e sicuri di sé, è frequente il rischio di essere fraintesi. Capita spesso infatti che il concetto di disciplina dolce venga associato a una sorta di anarchia educativa, al rischio di crescere bimbi selvaggi e senza regole. In realtà non è così.

I genitori rassicurano, consolano, amano e… indicano la strada ai loro bambini, prima di tutto con l’esempio, e poi grazie ad alcune semplici regole, selezionate in base alle esigenze e ai valori delle singole famiglie.

Ecco perché oggi parliamo di regole, e di come proporle ai bambini affinché possano comprenderle e interiorizzarle.

 

Il primo passo è quello di spiegare in modo semplice e chiaro, quello che ci si aspetta dal bambino. Solo in questo modo, il piccolo può comprendere e pian piano interiorizzare la regola proposta. Attenzione, abbiamo detto piano piano… Le stesse indicazioni andranno probabilmente ripetute più volte, con pazienza. Per il bambino è tutto nuovo e da imparare, anche quei comportamenti che per noi adulti sono ormai scontati: serve tempo per capire e ricordare le indicazioni ricevute.

 

Per aiutare il bimbo a comprendere, sarebbe bene offrire indicazioni il più mirate possibile. Ad esempio, piuttosto che intimare al piccolo di fare il bravo, che è un’affermazione decisamente generica e astratta, meglio specificare quale azione deve compiere o evitare (“Non strappare le pagine del giornale o io non potrò più leggerlo”, “Non tirare la coda del gatto, gli fai male e rischi che ti graffi”).

 

Quando dobbiamo esprimere un divieto, se è possibile, meglio volgere al positivo la nostra indicazione. Ovvero, anziché dire al bambino quello che non può fare, proviamo a spiegargli quello che deve fare. Un esempio: se ha preso in mano un coltello invece di dirgli “Non toccarlo!”, proviamo con “Appoggialo subito sul tavolo. È un coltello molto tagliente”.

 

E se il bimbo non ci ascolta? Se non rispetta le regole che gli abbiamo spiegato?

 

Fondamentale: mantenere la calma. Se il genitore si esprime in modo pacato, il bambino riesce a concentrarsi meglio sulle sue parole. Bisognerebbe evitare di urlare rimproveri al piccolo. A volte, infatti, il bambino si è semplicemente scordato la regola, altre volte la ricorda ma il suo desiderio di fare una determinata azione è tale che non riesce a trattenersi. La collera del genitore in genere lo disorienta e peggiora il momento di crisi. Molto meglio ripetere con tono fermo quello che il bimbo deve fare (o non fare).

Educare un bimbo richiede passione, amore e pazienza. In alcune fasi della crescita, è richiesta un po’ più pazienza che in altre. A volte i bimbi vengono definiti “furbi” come se volessero imbrogliare o sfinire i genitori per ottenere ciò che vogliono, ma questi meccanismi non sono propri dei primi anni di vita (piuttosto sono ragionamenti da adulti). Nelle giornate no, in cui il piccolo sembra non voler proprio collaborare, può essere d’aiuto ricordare che non è mosso da “cattive intenzioni”. I bambini amano i genitori con tutto il loro cuore, provano per loro un’ammirazione sconfinata, hanno bisogno del loro affetto e della loro approvazione per crescere bene, sereni ed equilibrati.

Ovviamente ciò non significa che dovremo accontentare ogni richiesta, anche se inadeguata. Non possiamo abdicare al nostro ruolo di guida: una realtà dove tutto è possibile e concesso è una realtà che spaventa e disorienta. Il bambino ha bisogno di confini chiari e sicuri per sentirsi contenuto e protetto. Ma i “modi” possono davvero fare la differenza.

 

Ricordiamo che i bambini imparano prima di tutto dall’esempio. Noi siamo i loro maestri… semplicemente vivendo. Se siamo soliti trattarli con amore e rispetto, impareranno a trattare gli altri con amore e rispetto. E la nostra società ha un grande bisogno di persone che conoscono la gentilezza, l’amore, il rispetto verso l’altro.

 

Giorgia Cozza

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