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Come non fermare un capriccio. Sì avete letto bene!

Ecco come Simone Davies, autrice di Il bambino piccolo Montessori, affronta le situazioni di crisi con i più piccoli.

Nel suo libro tanti suggerimenti per crescere un bimbo curioso che si sente visto e ascoltato. Dove? Capitolo 5 di questa coloratissima guida!


Quelli di voi che leggono il blog da un po’ sapranno che quando un bambino attraversa un momento difficile, quello che faccio è accettare le sue emozioni, gli faccio capire che lo comprendo. Invece di sminuire le sue emozioni («Non ci pensare») o lanciarmi in lunghe spiegazioni, semplicemente dico: «Vorresti tanto bere del succo in questo momento, ma il succo è finito. È un momento difficile?».
Lui si sente ascoltato. E spesso è abbastanza per farlo calmare.

Ma se invece non si calma?

Una volta un genitore mi ha raccontato di un momento difficile di suo figlio. Ha detto che aveva accettato le sue emozioni, ma lui era comunque turbato e non si calmava. Accettare le loro emozioni non è un modo per farlo smettere, ma piuttosto per dire:
1. Sono una persona con cui puoi esprimerti in maniera sicura.
2. Ti voglio bene anche quando attraversi un momento difficile.
3. Quando attraversi un momento difficile non m’importa cosa pensano le altre persone, io ci sarò per te e ti sosterrò finché non ti calmerai.
4. Non aggrapparti a queste emozioni negative. Elaborale. Falle uscire. Per tutto il tempo necessario.
Quindi, la notizia scomoda per noi genitori è che dobbiamo abituarci al modo del nostro bambino di esprimere le emozioni negative e permettergli di farle uscire. Completamente.

Cosa non dobbiamo fare

1. Non dobbiamo fare una ramanzina.
2. Non dobbiamo umiliarlo.
3. Non dobbiamo serbare rancore per il resto della giornata.
4. Non dobbiamo prenderla sul personale o sentirci in imbarazzo.
5. Non dobbiamo risolvere il problema al posto suo, sta imparando che non sempre le cose vanno come vorrebbe.

Cosa possiamo fare

Quando un bambino attraversa un momento difficile, non mi arrabbio e non dico mai «Ora basta!».

1. Gli dico: «È dura vederti passare un momento difficile».
2. Sono la sua roccia, la sua guida serena. Resto calma, così posso sostenerlo, invece di arrabbiarmi o di farmi dominare io stessa dalle emozioni.
3. Cercare di calmarlo e aggiustare le cose richiede molta energia. Io gli lascio il suo spazio e gli faccio capire che ci sono se ha bisogno di aiuto.
4. Gli offro coccole. Alcuni bambini vogliono essere coccolati, mentre altri mi allontanano, ma io resto comunque nei paraggi per tenerli al sicuro. «Sono qui se hai bisogno di me».
5. Quando si calma, potrebbe fare un grande sospiro. È il momento di creare un legame: «È stata dura?».
6. Una volta calmato, posso aiutarlo a mettere le cose a posto se necessario: pulire un disastro, controllare che l’altro bambino stia bene, asciugare se ha rovesciato qualcosa, ecc.

Dopo una grossa crisi, spesso il bambino si rialza e torna a essere allegro come prima. Non serba rancore e non resta di cattivo umore per tutto il giorno. Assecondando ed elaborando queste forti emozioni, può voltare pagina.

È uno dei motivi per cui credo che i bambini siano geniali!
Penso perfino che sia un onore se un bambino ha una crisi in vostra presenza. Significa che per lui siete una persona sicura che gli vuole bene anche quando sta passando un momento difficile.

Magari la prossima volta che succede, potreste anche dirgli: «Grazie per esserti fidato di me».
Per ulteriori informazioni su come gestire un capriccio, inclusa una comoda infografica, cliccate qui.

Spero di avervi dato alcuni spunti di riflessione.
Cercate sempre di gestire le emozioni di vostro figlio per farlo smettere di piangere? Magari la prossima volta lasciategliele esplorare e permettetegli di rilasciarle completamente.

Curiosamente, la scorsa settimana, nella mia classe di yoga, l’insegnante ha parlato di far uscire i nostri sentimenti come fa un bambino piccolo. Da adulti, dobbiamo ricordarci che non dobbiamo respingere tutti i sentimenti negativi. Possiamo osservarli, imparare da loro per poi andare avanti.


Leggi l’articolo originale: How not to stop a tantrum. Yes, you read that right!

Traduzione di Arianna Rossignoli
Revisione di Francesca Pamina Ros

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