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Sulle tracce del babywearing e le scelte dei genitori

Siamo certi che per parlare di babywearing dobbiamo rifarci alla tradizione di altre culture?
O forse possiamo semplicemente chiederci perché le famiglie cinesi, asiatiche, africane abbiano continuato a portare e invece, in Europa, cos’è successo?

Tracce del babywearing risalgono già a duemila anni fa: nel Vangelo secondo Matteo si racconta di Giuseppe e Maria che fuggono in Egitto con Gesù portato; Giotto, per esempio, nella Cappella degli Scrovegni rappresenterà Maria con una fascia mentre trasporta il piccolo nella posizione davanti.


La nascita dei mezzi a ruote è più recente: solo nel sedicesimo secolo infatti le bambinaie e le madri iniziano a utilizzare piccoli carretti da trainare.
Nel 1739 l’architetto William Kent progetta il primo passeggino per il duca del Devonshire, rendendo questo mezzo un oggetto richiesto dalle famiglie più abbienti, le uniche a poterselo permettere. Un ulteriore passaggio importante avviene nel 1889 quando un tale Richardson progetta il primo passeggino reversibile che permetta al bambino di stare di fronte alla mamma.
Successivamente alla Grande Guerra, il mercato del passeggino si apre anche alle famiglie più povere e negli anni Cinquanta sono ormai diventati di uso comune per le famiglie.


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E il Portare?

In Europa il Portare è una pratica diffusa fino al tardo medioevo, almeno fino a prima dell’arrivo dei mezzi di trasporto a quattro ruote.

Ma fa parte anche della nostra storia recente.
Nel 1972 Erika Hoffmann, una mamma tedesca, per gestire i pianti delle sue gemelle Lisa e Tina, utilizza uno scialle che un amico le ha portato dal Sud America, iniziando così a portare le due figlie. Mentre passeggia con loro viene notata prima dal giornale locale di Massenbachhausen, il piccolo paese in cui vive, poi da un giornalista dell’importante periodico Stern, intenzionato a pubblicare un articolo per far conoscere con una foto quella scelta tanto “esotica” per la Germania perbenista dell’epoca.
La notizia si diffonde velocemente e il giornale viene inondato di richieste da parte di genitori tedeschi interessati all’acquisto di quel supporto, tanto da spingere Erika a trasformare la necessità in una professione: fonda quindi Didymos (parola greca che significa “gemelli”), reintroducendo la pratica del Portare in Germania e nel resto dell’Europa.

Nel 1981 Rayner Garner, grazie anche al libro Il concetto del continuum di Jean Liedloff, sperimenta la ring sling, la fascia portabebè con due anelli a una estremità che fungono da chiusura. Il brevetto viene acquistato dal pediatra William Sears, padre dell’Attachment Parenting – Teoria dell’Attaccamento secondo cui i legami che i bambini formano durante l’infanzia con le persone che si prendono cura di loro hanno conseguenze che durano tutta la vita – e ideatore del termine babywearing. È l’anno 1987.

Oggi troviamo numerose scuole sul babywearing in Europa: Germania, Belgio, Francia, Irlanda, Spagna, Olanda.

E in Italia?

Nel settembre del 2000 Esther Weber riceve indicazioni da un’amica in Svizzera che le fa conoscere la fascia lunga e la possibilità di frequentare un corso per imparare a portare da Susi Milz. Inizia così un percorso di studio e sperimentazione, dopo due anni crea il sito di informazione indipendente Portare i Piccoli®️ e fonda l’omonima associazione culturale. Si impegna da allora come istruttrice professionale Portare i Piccoli®️ per genitori, come ricercatrice pluridisciplinare indipendente sul tema e come responsabile della formazione.

Nel 2007 pubblica Portare i Piccoli. Un modo antico, moderno e… comodo per stare insieme, ampliato in una seconda edizione nel 2013.
Il libro, frutto degli studi pluridisciplinari fatti, è il testo riconosciuto a livello nazionale come base degli studi di formazione sul babywearing per gli operatori del Portare e come strumento informativo per gli esperti del settore e per i genitori.

Anche in Italia altre scuole si impegnano a formare operatori del babywearing e a informare e accompagnare i genitori alla pratica del Portare.

Le nostre strade continuano a essere affollate di carrozzine e passeggini o si riempiono di supporti per portare?
Come trasportare e stare con il nostro bambino dovrebbe essere una scelta e il babywearing è solo uno dei possibili modi. Forse, però, nonostante i progressi e la diffusione di questa pratica anche sui social media, non è ancora abbastanza conosciuta per preferirla ai mezzi di trasporto a ruote, scelti dalla maggior parte dei genitori perché considerati i più adatti per la loro famiglia.

Diversamente dal passato, quando l’uso del passeggino era consuetudine perché simbolo di posizionamento sociale elevato, oggi possiamo decidere come muoverci con i nostri figli: ciò implica compiere una scelta… e speriamo possa essere consapevole.


di Margherita Chiappini e Sarah Cinquini
Formatrici e istruttrici Portare i Piccoli®️, educatrici socio-pedagogiche.

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