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Mangiare con le mani… perché no?

A scapito della forchetta, mangiare con le mani e leccarsi le dita sarebbe, in verità, più sano: favorirebbe la digestione e aiuterebbe a prevenire alcune malattie.

Per le posate, il futuro non sembra promettente. Spieghiamoci meglio.

Storicamente, la forchetta fu inventata per prendere il cibo senza toccarlo con le mani. Questo piccolo oggetto quindi, oggi così banale, racchiudeva in sé una nuova praticità e un po’ di nobiltà.
Le prime forchette risalgono alla civiltà egizia e se ne trovano tracce anche nell’antica Roma: all’epoca erano lunghe e si usavano per infilzare la carne nelle pentole, mentre le loro eredi, più corte, si sono diffuse nell’Impero Bizantino, intorno all’anno Mille.
Narra la leggenda che in Francia la posata (in oro) venne importata da Caterina de Medici per mangiare le pere cotte. Ma fu suo figlio, Enrico III, il vero promotore, che, utilizzandola, apprezzò il fatto di poter mangiare senza sporcarsi la gorgiera, il grande colletto a balze e voulant, molto di moda allora.
Tuttavia la forchetta era ancora poco usata tanta era la paura di pungersi con una delle sue punte; la sua diffusione vera e propria iniziò con l’Illuminismo, quando il clero, che la associava allo strumento del diavolo, cominciò a perdere la sua autorità.

Facilita la digestione

Mangiare con le mani permette di dare numerose informazioni al cervello per preparare la digestione e per attivare i sensi.
Questi servono come indicatori per conoscere la temperatura, ma anche per distinguere se il cibo è, per esempio, duro o morbido.
Quando tocchiamo il cibo, il cervello libera alcuni enzimi. In seguito il corpo prepara gli organi dell’apparato digerente per facilitare l’assimilazione e la digestione di ogni morso.

Poco importa quale tecnica si scelga per portare il cibo alla bocca (ognuno troverà naturalmente il metodo che più gli si addice), se si usano le mani, però, l’unica raccomandazione è di usare le proprie!

Certamente è importante lavarsi le mani per sbarazzarsi dei germi e dei residui chimici che si trovano su molti oggetti che tocchiamo. Dato che il corpo è una macchina perfetta, alcuni batteri “buoni” rimangono sulle mani nonostante il lavaggio e, mangiando con le dita, questi batteri “utili” combattono i germi nel nostro corpo e ci proteggono stimolando i nostri anticorpi.

Meno rischi di sviluppare alcune malattie

Inoltre, usare le mani incoraggia a mangiare più lentamente e, mi permetto di aggiungere, anche con più consapevolezza perché quasi tutti i sensi vengono stimolati.
Mangiare rapidamente provoca un certo numero di problemi di digestione e aumenta anche il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
Quando si usa la forchetta, si tende a mangiare rapidamente grandi quantità di cibo: le dita rimangono asciutte e pulite (se si considera il cibo come sporco), sì, ma l’atto del nutrirsi diventa meccanizzato e perde di qualità.
È anche interessante sapere che, in media, il livello di sazietà si raggiunge spontaneamente in circa venti minuti. Quando si usano le mani, seguendo un ritmo più naturale, alla fine di questo intervallo di tempo, si smette di mangiare pur avendo spesso consumato meno cibo rispetto a quando si usa la forchetta. Con questa logica, si ridurrebbe il rischio di eccesso di cibo che è invece diventato quasi lo standard in Occidente.

Una migliore esperienza gastronomica

Avete mai provato a mangiare le patatine fritte o le fragole con una forchetta? Penso che sarete d’accordo con me nel constatare che non sia la stessa cosa, non si prova affatto lo stesso piacere!
Tralasciando l’aspetto culturale che dà per scontato che si mangi con le posate (per apparire puliti e ben educati), potremmo chiederci, e fare lo stesso con i nostri figli, come la pensiamo veramente a riguardo.

I bambini non rischiano certo di bruciarsi se mangiano con le mani perché le dita sentono immediatamente che il cibo è troppo caldo e quindi, anche i più piccoli, aspetteranno la temperatura adeguata.

In diversi paesi dell’Asia meridionale e dell’Africa, mangiare con le mani non è un’opzione, ma una tradizione.

È ecologico ed economico

Persino il nostro Pianeta trarrà beneficio da questa modalità poiché limita l’uso delle stoviglie. Anche se il cambiamento che può comportare il mangiare con le mani vi sembrerà di poco conto, sarà sempre meglio di niente!
A maggior ragione, per giustificare questa scelta, ci sarà un’occasione in più per parlare di ecologia, di risparmio di acqua e di elettricità ai nostri figli e ai nostri amici.
Infine, se alcuni piatti non saranno pratici da mangiare con le mani, si potrà provare a usare questa modalità in tantissime altre occasioni e non saranno certo i bambini a lamentarsene!

E del piacere, vogliamo parlarne?

Usare le dita stabilisce una connessione tattile al cibo che mangiamo.
Mangiare, allora, diventa un’esperienza sensuale e consapevole; l’uso di tutti i sensi (la vista, l’olfatto, l’udito, il gusto e il tatto) la rende un’occasione da vivere a tutto tondo e il pasto ne guadagna in termini di piacere.
Secondo l’Ayurveda, ogni dito delle mani è un’estensione dei cinque elementi: il pollice è collegato allo spazio, l’indice all’aria, il dito medio al fuoco, l’anulare all’acqua e il mignolo alla terra.
Introdurre il cibo con le mani stimolerebbe quindi questi cinque elementi e aiuterebbe a dare energia al cibo che mangiamo, fondamentale per mantenere l’equilibrio interiore e rimanere in salute.

Rilascio di succhi digestivi e enzimi appropriati

Sulle nostre mani ci sono batteri “buoni” e batteri “cattivi”.
I batteri buoni proteggono da molti microbi dannosi, ma se mangiamo con un cucchiaio o con una forchetta, questi non raggiungono l’intestino. Quando invece mangiamo con le mani, la flora batterica delle dita viene trasmessa alla bocca, ingerita e poi si sposta in diverse parti del corpo, favorendo una digestione sana e impedendo l’accumulo di batteri nocivi nell’intestino.

Inoltre, quando tocchiamo un alimento, viene immediatamente inviato un segnale al cervello per il rilascio dei succhi e degli enzimi digestivi. In base al tipo di cibo, la mente agisce sul metabolismo per farlo funzionare di conseguenza, passaggio necessario per una migliore digestione.

I bambini piccoli mangiano con le mani

Il vostro bambino gioca con il cibo? Si impiastriccia le dita?
Questo passaggio, non sempre facile da gestire, è del tutto normale.
In cerca con tutto se stesso di nuove esperienze, il bambino piccolo non esita a mettere le mani nel piatto.
I bambini hanno bisogno di toccare il cibo, di esplorarlo per conoscerlo meglio e prendere confidenza.

Soprattutto dal punto di vista psichico è importante per loro avere un contatto diretto con gli alimenti.
Secondo uno studio pubblicato il 6 febbraio 2012 sul British Medical Journal¹, i bambini che al momento dello svezzamento mangiano con le mani, crescendo, avranno una dieta più equilibrata di quelli nutriti per mezzo di un cucchiaino.

Per chi da piccolo non ha avuto la possibilità di mangiare con le mani, come desiderava, senza essere sgridato, farlo ora può essere una grande opportunità di guarire il proprio bambino interiore per scoprire il piacere di questa pratica… perché non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice!
E se alcuni genitori, così facendo, crederanno di dare cattive abitudini ai loro figli, che si rassicurino: si può mangiare con le mani in maniera adeguata e i più piccoli impareranno, come sempre, a tempo debito.

Nel frattempo, divertiti a guardarli mentre si godono il cibo con spontaneità, nonostante le briciole per terra o sul tavolo.
Non lo diremo mai abbastanza: tutto è passeggero, il tempo vola e arriverà il giorno in cui ricorderemo questi momenti con nostalgia.


Dalla rivista e blog Grandir Autrement, articolo di Jenny Balmefr Оzol-Durand
Traduzione di Francesca Pamina Ros


¹ https://bmjopen.bmj.com/content/2/1/e000298

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