Il disegno è uno dei principali canali comunicativi con cui il bambino può esternare le sue emozioni, la sua fantasia, il suo pensiero; non equivale semplicemente a tracciare linee colorate su un foglio bianco, ma parte da un ricco spazio fatto di osservazione e di espressione e racconto di sé.
Disegnare tocca infatti innumerevoli dimensioni della persona; ce lo spiega Isabella Micheletti, autrice e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori.
Il disegno del bambino: osservazione e espressione di sé.
La sagoma, più o meno precisa e complessa, eseguita su carta con una matita ha origine nell’osservazione che il bambino fa del mondo, all’interno di quel flusso continuo che appartiene alla vita e che assegna a ogni oggetto o elemento naturale, a ogni pianta o animale, un suo ruolo e un proprio movimento.
Lo sguardo che si posa su un gruppo di foglie mosse dal vento, su un uccello che vola libero e leggero tra le nuvole, sul getto d’acqua che esce rumoroso e trasparente dal rubinetto o sui ciocchi di legno che scoppiettano scintillando nel camino raccoglie non solo forme e colori, ma anche il significato e l’utilità di questi elementi o forme di vita.
L’osservazione del reale è sempre osservazione di una vita in movimento, che si trasforma e che acquista un suo peso nell’esserci nel mondo: il bambino osserva con profonda attenzione questo mutevole susseguirsi di avvenimenti, alcuni noti e altri nuovi e quindi per lui stupefacenti.
Uno sguardo contemplativo per costruire la realtà
La meraviglia di fronte al nuovo rende il suo sguardo contemplativo e quindi capace, più del nostro di adulti, di cogliere l’essenza delle cose nella loro immediatezza.
Lo sguardo sul mondo lo accompagna lungo la scoperta e la conoscenza dello spazio in cui vive e poco a poco contribuisce a formare anche la sua visione della realtà.
Il mondo interiore che il bambino costruisce attraverso le sue esperienze viene da lui raccontato anche per mezzo dell’espressione grafica: l’atto del disegnare rappresenta infatti un tempo nel quale il bambino esprime la sua osservazione del mondo su un piano simbolico.
Questa osservazione è strettamente personale poiché è sempre accompagnata da una situazione precisa in cui il bambino si trova: gioiosa, triste, solitaria, affiancato da un adulto silenzioso che abbraccia e prende per mano o che invece racconta. In tal senso, l’osservare del bambino passa attraverso le sue emozioni.
Disegnare diventa quindi un racconto personale che appartiene unicamente a chi osserva e disegna e viene filtrato dai suoi vissuti interiori: la scelta dei colori nelle diverse sfumature, la forza e la vivacità del tratto, la posizione centrale o marginale che viene assegnata al disegno sulla superficie del foglio o la misura, grande o piccola, che viene data, rappresentano variazioni e toni di una voce personale e di un punto di vista sul mondo.
Non dirigere per non giudicare
È quindi importante non dirigere questo momento attraverso indicazioni rigide e che in un certo senso non rispetterebbero, omologandola, la via scelta dal bambino per rappresentare ciò che ha colpito in qualche modo la sua attenzione.
Riferimento utile e non giudicante è invece la realtà che offre al bambino un riscontro immediato e concreto e che poco a poco lo guiderà verso una rappresentazione sempre più veritiera e complessa.
Può essergli quindi d’aiuto avere la possibilità di entrare in contatto con il reale, favorendo da parte nostra occasioni di osservazione che sarà lui a decidere se ripensare attraverso una matita.
Il mondo naturale si presta in modo particolare a questo esercizio dell’occhio poiché, oltre a possedere una ricchezza di forme e colori che nella realtà più propriamente umana sono riprodotti in modo limitato, possiede una lentezza che ben accompagna l’osservazione del bambino.
Strumenti adeguati per favorire il disegno del bambino
Accanto a questa dimensione di rispetto e ascolto da parte dell’adulto di quel mondo interiore del bambino che trova forma attraverso il disegno, può essere considerato opportuno offrirgli strumenti adeguati affinché questa attività risulti il più possibile piacevole.
È importante che le matite siano morbide per rendere il movimento della mano scorrevole e fluido, che matite e fogli vengano offerti in quantità limitata e possano essere messi a disposizione del bambino, quando avrà la possibilità di gestirli in autonomia, perché sia lui stesso a scegliere il momento nel quale usarli.
È importante anche, per quanto detto precedentemente, non correggere il bambino nella sua attività, ma rispettare l’atto personale che viene da lui compiuto, senza legarlo a stereotipi che non gli appartengono e che rappresenterebbero un ostacolo alla libera espressione di sé.
di Isabella Micheletti
Autrice, maestra e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori.

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