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Preparare la merenda insieme

Le attività di cucina sono generalmente appassionanti per i bambini e rappresentano azioni che vengono osservate quotidianamente in casa.
Queste attività, oltre a offrire concrete occasioni per ampliare l’autonomia personale, sono fortemente legate alla cultura e alle tradizioni attraverso colori, sapori e aromi che ci legano indissolubilmente alla nostra infanzia. Alimentano una forma di memoria e appartenenza alle nostre radici che permangono lungo tutto l’arco della nostra esistenza e che in qualche modo ci confortano.
Isabella Micheletti, autrice e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori, spiega perché è importante quindi permettere ai bambini di prendervi parte: per nutrire in loro quel forte legame con la propria famiglia e la propria storia, che passa anche attraverso il rito della preparazione del pasto.


Preparare la merenda insieme: un’esplorazione con tutti i sensi

Il fascino del cucinare parte da alcuni aspetti particolarmente interessanti per il bambino.
Uno di questi si riferisce alla manipolazione e all’esplorazione degli alimenti che vengono lavati sotto l’acqua, puliti, affettati, mescolati, impastati.

Pensiamo per esempio all’apparentemente semplice attività del preparare una macedonia.
Il bambino sceglie i frutti che sono a disposizione: un mandarino, una banana, dei mirtilli.
Si trova ad affrontare un lungo e complesso lavoro che lo porta, come primo passo, a lavare la frutta: sotto l’acqua corrente, passa le sue piccole mani sulla superficie dei frutti, testandone la forma, la ruvidezza della superficie, il peso.
Questo momento può essere in un certo modo appagante e fonte di benessere attraverso il contatto con l’acqua che incontra il frutto e scorre su di esso, che passa fra le mani e scrosciando si lascia ascoltare.

Alle sensazioni tattili, si accompagna l’osservazione attraverso cui il bambino, insieme al lavoro della mano, percepisce le diverse sagome degli alimenti e ne contempla i colori, in tutte le imprevedibili sfumature offerte dalla natura.
Un ricco momento di esplorazione del mondo attraverso i sensi.

Scegliere gli utensili a misura di bambino

Un altro aspetto che affianca la manipolazione e l’esplorazione degli alimenti è l’utilizzo degli utensili necessari: cucchiai, ciotole, taglieri, coltelli, colapasta.
Questa fase porta il bambino a sviluppare abilità motorie, più o meno complesse, legate ai movimenti che vengono compiuti, al prendere e utilizzare i vari oggetti per preparare la frutta.
L’attività dello sbucciare, per esempio, è diversa per i vari frutti: porta il bambino a differenti esercizi per il modo in cui afferra la buccia della banana o la scorza del mandarino, per la forza che la piccola mano deve esercitare per rimuoverle e negli stessi movimenti, più brevi e veloci per il mandarino e più lunghi e fluenti per la banana.
Infine, la frutta deve essere scomposta o affettata: il mandarino viene aperto nei suoi spicchi succosi e profumati e la banana tagliata con cura e precisione in piccole fette. Il primo lavoro è più semplice, il secondo richiede maggiore attenzione, coordinazione del movimento della mano e precisione nell’uso del coltello.
Tutto viene riposto con cura all’interno di una ciotola, un pezzetto per volta, ed ecco pronta la macedonia, a cui è possibile aggiungere il succo di un mandarino.

Proporre attività adeguate all’età e ai ritmi di ognuno

Può essere quindi proposto il lavoro del riordino: buttare le bucce, lavare, asciugare gli utensili utilizzati e riporre ogni cosa al suo posto.
Questa parte finale dell’attività possiede un grande valore ed è importante accompagnare il bambino nel suo svolgimento affinché possa gradualmente gestirla in autonomia e sviluppare, più profondamente, la dimensione della cura dell’ambiente nel quale vive.

Altre attività possono essere offerte al bambino, proporzionate alle sue competenze nella complessità dei movimenti e nel numero di oggetti utilizzati, al fine di poter promuoverne l’indipendenza.
È importante poter volgere l’attenzione a questo aspetto, anziché preoccuparsi che il bambino faccia bene e presto: occorre accompagnarlo, offrendogli attività adeguate e che possano essere da lui scelte, e riservargli il tempo necessario.
Senza dimenticarsi che questo tempo non è semplicemente un tempo di esecuzione, ma di perfezionamento personale e di apprendimento, oltre che occasione per diventare partecipe del mondo nel quale vive.

In cucina per affinare il linguaggio

Infine, questi momenti rappresentano interessanti opportunità per ampliare la competenza linguistica. È possibile affiancare al lavoro del bambino, in modo spontaneo e non invasivo, il nostro linguaggio che nomina e descrive alimenti e oggetti con termini che via via possono diventare sempre più complessi, assecondando la curiosità del bambino e il suo desiderio di imparare nuove parole.

Con gioia, il bambino vivrà il momento conclusivo di questo tempo: offrire alla famiglia il frutto del suo lavoro, un dono che rappresenta per lui non solo un contributo concreto, ma anche e soprattutto un atto d’amore.

di Isabella Micheletti
Autrice, maestra e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori.

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