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DSA o Disturbi Specifici dell’Apprendimento: quali sono e la diagnosi

I Disturbi Specifici dellApprendimento (spesso abbreviati nell’acronimo DSA) sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente, che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.
In questo articolo tratto dal libro La dislessia, l’autrice Eva Benso, psicologa e operatrice specializzata in abilitazione cognitiva con soggetti affetti da DSA, ne fornisce una definizione, approfondendo in particolare quello della dislessia, e spiega quali sono i parametri più significativi utilizzati per la diagnosi.

Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Lettura, scrittura e calcolo sono funzioni fondamentali per l’apprendimento. Un soggetto con capacità intellettive nella norma e privo di deficit (sensoriali, neurologici, relazionali e sociali) ha un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) se ha una o più di tali funzioni compromesse.
È particolarmente difficile trovare bambini con disturbi isolati, mentre è più frequente trovare quadri eterogenei: difficoltà di lettura e di calcolo, di scrittura e di attenzione ecc. Per formulare una diagnosi, quindi, si indaga su vari livelli: sulle singole funzioni strumentali compromesse (o poco sviluppate) e sui sistemi che le sostengono (memorie e i diversi tipi di attenzione).
Ecco, in breve, alcuni tipi di DSA:
dislessia: disturbo specifico della lettura;
discalculia: disturbo specifico del calcolo;
disgrafia: disturbo specifico della scrittura nella riproduzione di segnialfabetici e numerici (deficit grafo-motorio);
disortografia: disturbo specifico della scrittura nel rispetto delle regole ortografiche.

Prima definizione di dislessia

La dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento di origine neurobiologica, caratterizzato da difficoltà nella lettura, in un contesto in cui il livello scolastico globale e lo sviluppo intellettivo del soggetto sono nella norma.
Caratteristiche generali della dislessia:
• è presente fra il 3-5% dei bambini in età scolare;
• quoziente intellettivo (QI) nella norma;
• livello di lettura inferiore alla media nella velocità di lettura o nell’accuratezza;
• assenza di cause neurologiche o sensoriali;
• persistenza del disturbo nel tempo.

Velocità di lettura e accuratezza

I due parametri di riferimento per la diagnosi della dislessia sono la velocità di lettura (calcolata in numero di sillabe lette al secondo) e l’accuratezza (numero di errori commessi).
I problemi con la lettura aumentano anche in rapporto alla lingua usata. Ogni lingua possiede un differente grado di difficoltà: in francese, inglese e tedesco la pronuncia di una parola cambia a seconda dell’accostamento delle lettere (in inglese, ad esempio, il gruppo “oo”, si legge “o” in door e “u” in food). La lingua italiana è considerata una lingua semi-trasparente perché a ogni lettera (grafema) corrisponde quasi univocamente un solo suono (fonema). Dunque, in Italia, il parametro più significativo per la diagnosidi dislessia è la velocità di lettura.

La velocità di lettura è una misura che dovrebbe sempre comparire nelle cartelle cliniche, perché chiarisce numericamente il grado di difficoltà del bambino. Si esprime in numero di sillabe lette diviso per i secondi impiegati (sill/sec). Ogni età scolare ha, per velocità e accuratezza, una determinata media e una deviazione standard:
media = numero di sillabe lette al secondo dai normolettori di una particolare fascia d’età (esiste anche la media per il numero di errori);
deviazione standard = è un sorta di intervallo entro il quale la media può oscillare.
Per definizione diagnostica, se la velocità di lettura di un soggetto si discosta dalla media di 2 deviazioni standard, allora il soggetto è certificabile come dislessico.

La velocità di lettura e l’accuratezza sono elementi fondamentali, ma non sono i soli.
Una diagnosi funzionale neuropsicologica deve indagare non solo gli aspetti più evidenti e di superficie, ma anche quelli più nascosti, come il sistema attentivo e le memorie (a breve e lungo termine) che stanno alla base di apprendimenti complessi come la lettura e li sostengono.

Definizione di dislessia più approfondita

La dislessia è una disfunzione neurologica che non permette lo sviluppo completo del modulo lettura, con diverse cause sottostanti. Tali cause si esprimono singolarmente o in interazione e dipendono, in misura diversa, dal sistema attentivo, linguistico e visuo-percettivo.


di Eva Benso
Psicologa e operatrice specializzata in abilitazione cognitiva con soggetti affetti da DSA e autrice del libro La dislessia.

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