Allattamento e sessualità possono andare di pari passo?
In questo articolo tratto dal libro L’allattamento spiegato ai papà (e rivolgendosi soprattutto a loro), i pediatri Alessandro Volta e Ciro Capuano confermano che si può tranquillamente allattare e mantenere una vita di coppia affettuosa e sessualmente appagante.
Cosa c’entra l’allattamento con la sessualità?
C’entra moltissimo se considerate che per secoli la pratica del baliatico (cioè del lasciare allattare e accudire ad altri il proprio bambino, ovviamente solo per le classi sociali che potevano permettersi la balia) aveva come scopo principale quello di rendere la madre libera e quindi di nuovo “sessualmente disponibile” per il marito.
In quegli anni era diffusa la convinzione che in allattamento non si dovessero avere rapporti sessuali perché il latte si sarebbe “guastato” e al bambino avrebbe fatto male.
La bella notizia è che non c’è nulla di vero in queste credenze e nelle conseguenti pratiche del passato: si può tranquillamente allattare e mantenere una vita di coppia affettuosa e sessualmente appagante.
La notizia meno bella è che la gravidanza, il parto e l’allattamento rappresentano un’esperienza così coinvolgente, con modificazioni ormonali tanto profonde, da condizionare pesantemente l’intimità di coppia.
Il vero tema su cui vorremmo riflettere è la vita di coppia dopo la nascita di un bambino; la sessualità ne rappresenta solo un aspetto, anche se molto importante, e occorre fare attenzione a non confondere le cause con l’effetto, evitando pregiudizi e confusione.
La componente mentale della sessualità
Il vostro bambino è l’espressione, bellissima e molto concreta, del vostro amore e della vostra sessualità. Quando scriviamo “sessualità” intendiamo sia l’atto fisico in sé, sia l’insieme delle emozioni e delle passioni che vi legano da quando vivete insieme.
La componente mentale della sessualità, in particolare dopo un parto, è molto importante, perché la mamma è così “occupata” dal suo bambino da non riuscire a pensare ad altro, da non avere più spazio per altro. Nelle prime settimane e mesi il cervello della mamma è pieno, completo, non ha più “RAM” per pensare al partner.
Tutto questo è normale, non sono (solo) i punti che “tirano”, gli estrogeni calati, o il sonno interrotto dalle numerose poppate notturne; ma una mamma tutto ciò non lo dice, anche perché non lo ha ben chiaro; sta vivendo un’esperienza nuova e coinvolgente, che comprende gradualmente giorno dopo giorno.
L’allattamento spiegato ai papà
Il sostegno essenziale per mamma e bambino
Tutto quello che un papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio durante l’allattamento.
Un sistema ormonale differente
Anche il papà prova emozione, orgoglio ed entusiasmo, soprattutto nei primi giorni, ma dopo un paio di mesi ritorna gradualmente ai suoi livelli ormonali basali, mentre la mamma è ancora nell’altro mondo.
L’uomo viene periodicamente acceso dal suo bambino che lo porta a vivere sentimenti mai neppure immaginati, ma in altri momenti sente tornare la passione e il desiderio di quando quel bambino era solo una vaga e nebulosa idea.
Tuttavia, tenete presente che, a volte, in allattamento, il desiderio sessuale della donna può anche non calare e in certi casi addirittura aumentare; e può succedere che il papà sia così catturato dall’esperienza della paternità da dimenticarsi del desiderio sessuale.
Quindi non c’è una regola che valga per tutti e occorre sgombrare il campo da inutili e fuorvianti luoghi comuni.
Quello che conta è il piacere di stare insieme, la soddisfazione reciproca, il progetto condiviso che vincola a camminare fianco a fianco.
Il neonato, all’inizio, riesce a soddisfare i suoi bisogni semplicemente poppando in braccio alla mamma, ma ben presto avrà necessità di avere una coppia che lo ama e lo aiuta a crescere. Nei prossimi anni non sarà più una questione di accudimento, ma di rapporto con voi: vostro figlio “relazionerà con una relazione”, la vostra; nel bene come nel male, perché vivrà anche le vostre momentanee incomprensioni, i vostri possibili conflitti e delusioni.
La vostra relazione è anche la sua, compromettere il vostro rapporto trascina con voi anche lui.
Un nuovo modo di essere coppia
A questo punto crediamo che sia chiaro che non è un banale problema di sesso sì o sesso no. Occorre invece procedere con gradualità e riflessione comune per trovare insieme un nuovo modo di essere coppia, cercando insieme un nuovo equilibrio dopo il big bang della nascita di un bambino.
La chiave di lettura che vi deve guidare è nella parola “insieme”, che abbiamo usato intenzionalmente in modo ridondante. Questo non è un cammino che si può fare da soli.
L’impresa singola rischia il fallimento e può essere molto pericolosa; purtroppo non sono poche le coppie che “scoppiano” dopo la nascita di un figlio (anche del terzo!) e in questi casi di solito è mancato un dialogo franco e una condivisione profonda.
Il silenzio nella coppia è sempre il nemico numero uno, ma dopo l’esperienza della nascita è davvero quello da battere. Ciò che poi non si riesce a dire con le parole, può essere detto con i gesti o gli oggetti: regalare un biglietto per il teatro o per una cena intima è un messaggio molto chiaro e può aiutare a comprendersi meglio. Sarete poi voi due insieme a decidere se ritenete sufficiente un po’ di intimità e di affetto o se avvertite il bisogno di qualcosa di più fisico e intenso; valuterete voi due insieme se preferite tenere con voi vostro figlio e andare con lui in pizzeria (con tutto quello che la scelta comporta), oppure se lasciarlo qualche ora ai nonni e andare in quel locale elegante frequentato quando eravate fidanzati.
Neopapà è facile!
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Una piccola guida che unisce il rigore dell’informazione scientifica all’immediatezza di brevi testi e simpatiche vignette: una formula originale per informare, sostenere, ma anche, perché no, regalare un sorriso a chi la riceve.
Alcuni consigli
Ci direte che la stiamo facendo troppo facile, che è difficile essere così affiatati.
Avete ragione, abbiamo un po’ idealizzato.
Allora diciamo che nei primi sei mesi decide la mamma e il papà si adatta, nel secondo semestre dal parto invertite i ruoli.
Stiamo esagerando ancora, perché anche così non funziona; però è vero che inizialmente è giusto che sia lei a guidare, a fare da capocordata, mentre in seguito il papà potrà aiutarla a capire quando è giunto il momento di procedere “a comando alternato”, dove entrambi abbiate lo stesso valore e importanza l’uno per l’altro.
Vorremmo concludere segnalandovi che durante un focus group con coppie nel dopo parto, alcune mamme hanno dichiarato di aver trovato “eccitante” il loro uomo che puliva in casa e dava una mano a gestire il piccolo. Tenetelo presente.
Alla vostra compagna, invece, fate sapere (il modo giusto lo conoscete solo voi) che lei adesso è una splendida mamma, ma che per voi resta una splendida donna; potete anche farle capire che il giorno in cui vostro figlio non avrà più alcun interesse per il suo seno, voi invece vi dimostrerete molto più fedeli di lui.
di Alessandro Volta e Ciro Capuano
Pediatri e autori del libro L’allattamento spiegato ai papà.