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amarli senza se e senza ma copertina
(parte 2)

Continua da 5 strumenti per una genitorialità pacifica (parte 1).

3. Fiducia e autonomia

Gli approcci che ci portano a riconoscere i sentimenti dei nostri figli – e soprattutto a rispondere a questi piuttosto che al comportamento esibito – richiedono un certo grado di fiducia nei confronti dei nostri figli. Dobbiamo, secondo le parole dell’autore di Amarli senza se e senza ma, Alfie Kohn, “attribuire ai bambini il miglior motivo possibile, coerente con i fatti”.

Ma l’idea che dobbiamo fidarci del fatto che un bambino agisca in base alle sue esigenze è in contrasto con tutte le credenze tradizionali e talvolta anche con il modo in cui noi stessi siamo stati educati. E a dire il vero, senza cercare il sentimento che sta alla base del comportamento, è facile pensare che un bambino sia semplicemente difficil, capriccioso o manipolativo. Certo che va tenuta da conto la stanchezza fisica, emotiva o mentale dei nostri figli, che può esagerare le loro reazioni, ma non per questo vanno liquidate con spiegazioni facili. Per portare pace nella nostra vita familiare e sviluppare empatia e compassione nelle nostre relazioni, la fiducia è una componente importante.

Alfie Kohn - Amarli senza se e senza ma - copertina

Un modo per costruire la fiducia nelle nostre relazioni familiari è quello di adottare un approccio democratico e di risoluzione reciproca dei problemi nell’ambito della genitorialità. Chiedere l’aiuto o l’opinione di un bambino è un ottimo modo per farlo sentire apprezzato e dimostrare che non si hanno tutte le risposte fa capire al bambino che è normale non sapere tutto. Spiegargli la ragione di alcune decisioni, o l’impossibilità nel realizzare le soluzioni, è necessario per sviluppare la sua concezione del rapporto causa-effetto e la sua capacità di processare la frustrazione. Inoltre, pone l’accento sul processo di elaborazione delle cose, piuttosto che sul risultato finale, e può eliminare la tendenza alle lotte di potere, introducendo un po’ di uguaglianza nel rapporto genitori-figli.

I bambini hanno un bisogno innato di sentirsi apprezzati, compresi, potenti e amati e quando questi bisogni sono soddisfatti, c’è meno bisogno di “comportarsi male”.

Accanto alla fiducia c’è il rispetto per l’autonomia personale del bambino, che ancora una volta non è una nozione popolare tra coloro che sostengono un approccio dall’alto verso il basso, “il rispetto deve essere guadagnato”. Ma per me, rispettare l’autonomia di mio figlio ascoltando le sue richieste, offrendogli il maggior numero possibile di opportunità di scegliere da solo, rispettando i suoi “no” (in particolare quando si tratta del suo corpo) e coinvolgendolo nelle attività di routine, è il modo migliore per sviluppare la sua autonomia e per mostrargli come si presenta in pratica un’interazione rispettosa.

Una mamma stringe a se il figlio neonato

4: Essere un modello di riferimento

Naturalmente, uno dei modi più profondi in cui i bambini imparano è osservando e copiando il nostro comportamento. Dal punto di vista della genitorialità pacifica e nonviolenta, modellare il comportamento che vorremmo vedere messo in atto dagli altri è fondamentale, così come trattare tutti (noi stessi compresi) con amore e rispetto.

Per molti genitori, essere il modello di riferimento del proprio bambino è la parte più difficile dell’essere il genitore che vogliamo essere: sembra che dobbiamo prima di tutto essere la persona che vogliamo essere, e praticamente nessuno di noi lo è. Tuttavia, piuttosto che flagellarci con queste insicurezze, è importante dare esempio della compassione e della cura di sé che speriamo di insegnare ai nostri figli. Se neghiamo sempre i nostri bisogni a favore di quelli degli altri (compresi i nostri figli), loro impareranno a comportarsi in modo simile.

due genitori inseganno alla figlia ad andare in bici

5: Comunicazione

La risoluzione dei conflitti si basa sulla comunicazione, quindi non deve sorprendere che lo strumento più potente e semplice che ho trovato finora nel mio percorso di genitorialità pacifica sia parlare in modo chiaro e rispettoso a mio figlio.

Sembra ovvio e forse la sua efficacia è dovuta al fatto che è ancora un bambino (e non parla ancora!), ma ho scoperto che informando mio figlio di ciò che stiamo facendo con largo anticipo e ascoltando e riconoscendo la sua risposta, sembra sentirsi incluso e valorizzato. E poiché nessuno di noi dà il meglio di sé quando è di fretta, cerco anche di concedergli molto tempo, soprattutto se so che potrebbe opporre resistenza a qualsiasi cosa stia accadendo.

Naturalmente ci sono momenti in cui genitore e figlio non sono d’accordo su cosa fare e, sebbene il mio primo passo sia sempre quello di chiedermi se sia davvero necessaria, quando ritengo di doverla fare cerco di usare una comunicazione chiara e paziente.

Sebbene il concetto di confine sia accettato nei circoli genitoriali tradizionali, provenendo io dall’estremità più permissiva, quella in cui la limitazione dell’espressione personale del bambino è ridotta al minimo, ho faticato per trovare un modo di stabilire i limiti che non siano soffocanti a mio figlio, ma che rispetti le mie esigenze e mi permetta di guidare mio figlio in modo appropriato.

Dopo aver fatto un po’ di tentativi e molti errori, e dopo aver chiesto consiglio a persone che fanno il genitore da più tempo di me, ho scoperto un metodo che per ora sembra dare risultati positivi. Scendendo al livello di mio figlio, stabilendo un contatto fisico morbido e gentile per attirare la sua attenzione e comunicando le mie aspettative con calma, chiarezza e sicurezza, mi sono sentita in grado di offrire una guida genitoriale in modo amorevole ma fermo.

Ovviamente, non sempre ci riesco. In effetti, le mie interazioni con mio figlio spesso mancano del legame, del riconoscimento e della fiducia a cui aspiro. Ma il mio impegno per una genitorialità pacifica non diminuisce, perché mi viene ricordato che la nonviolenza non significa sdraiarsi e accettare passivamente ciò che ci viene gettato addosso. Si tratta di farsi avanti e di impegnarsi attivamente nella relazione, di essere chiari sulle proprie esigenze, di cercare di capire le esigenze degli altri e di trovare soluzioni amorevoli che funzionino per tutti.

E spero che, applicando un po’ di questo al mio modo di fare il genitore, possa contribuire nel mio piccolo a creare quel mondo più orientato alla pace al quale tutti noi tendiamo.

Traduzione ampliata da The Green Parent

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