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Come riconoscere e prevenire la plagiocefalia (I parte)

Che cosa è la plagiocefalia?

Il termine plagiocefalia significa deformazione della testa e rientra tra le asimmetrie cranio-facciali che si verificano durante i primi mesi di vita del neonato. Nello specifico ne esistono tre tipologie, ma plagiocefalia è il termine più diffuso e viene genericamente utilizzato per descrivere tutti i tipi di deformità.

Plagiocefalia: testa a forma di parallelogramma con asimmetria del viso

Brachicefalia: zona posteriore piatta (definita a colpo d’ascia) con viso simmetrico

Dolicocefalia: testa allungata

Queste deformazioni sono tipiche del periodo neonatale perché le ossa del cranio sono ancora morbide, infatti il cranio è formato da placche ossee collegate tra loro da suture e fontanelle: è grazie a questa malleabilità che la testa attraversa il canale cervico-vaginale durante il parto e, per la stessa caratteristica, che il cervello del neonato potrà crescere.

Quali sono le cause della plagiocefalia?

  • Cause pre-natali: mal posizionamento nell’utero
    All’interno dell’utero il feto può essere limitato negli spostamenti ad esempio in caso di fibroma, di gravidanza gemellare, di oligoamnios, anormalità dell’utero, impegno precoce nel canale del parto. La posizione del capo e del collo, a lungo mantenuta, associate alla malleabilità delle ossa, tendono a determinare una deformazione cranica e uno squilibrio tensivo dei muscoli del collo, in particolare dello sternocleidomastoideo. Dopo la nascita il bambino tenderà a prediligere la stessa posizione mantenuta in utero, peggiorando la deformità cranica acquisita.
  • Cause legate al parto
    Un travaglio molto lungo e complicato, la rottura molto precoce delle acque, l’utilizzo di stimolazioni attive (fettuccia, ossitocina…) aumentano la compressione a livello cranico, torcicollo muscolare da stress, l’uso di strumenti come forcipe e ventosa.
  • Cause post-parto
    Posizione sul dorso per la maggior parte del tempo nei primi mesi.

In modo particolare i prematuri hanno il cranio molto più malleabile e quindi sono soggetti più facilmente ad asimmetrie craniche. In generale, i neonati trascorrono molte ore sdraiati sulla schiena e spesso presentano una postura asimmetrica di compenso della colonna che li porta a ruotare il capo sempre dallo stesso lato e, nonostante i tentativi di stimolarli dall’altro lato, il neonato ritorna nella sua posizione preferenziale favorendo l’appiattimento di quella zona posteriore.

Come riconoscere la plagiocefalia?

Per capire se tuo figlio è a rischio plagiocefalia, puoi seguire queste istruzioni:

  • Guarda la testa del tuo bambino dall’alto e da dietro: a volte il viso è simmetrico (occhi, bocca ben allineati), invece posteriormente vi è una zona piatta.
  • Posiziona una mano sulla zona posteriore della testa per sentire se una parte o entrambe sono piatte: appena nato la deformazione è poco visibile, ma quando il neonato cresce diventerà più evidente.
  • Osserva la fronte, verifica se un lato è più o meno prominente dell’altro.
  • Osserva la forma degli occhi, se uno è più grande e più aperto, mentre l’altro più piccolo e chiuso.
  • Osserva la posizione di mandibola e bocca, se sono allineate o deviate.
  • Osserva sempre da dietro e dall’alto le due orecchie, se sono allineate oppure un orecchio è più avanti e uno più indietro.

Conseguenze della plagiocefalia

La plagiocefalia non è solo un’asimmetria cranio-facciale ma rappresenta anche uno sviluppo asimmetrico dell’encefalo. Infatti, nei primi sei mesi di vita il cervello raddoppia la sua crescita ed entro il terzo anno la triplica, inoltre la circonferenza cranica nel primo anno di vita aumenta di circa 10-12 cm.
Cosa succede quando il cranio perde la sua crescita simmetrica naturale? L’encefalo seguirà questa asimmetria del cranio sviluppandosi nelle zone del cranio dove ci sarà più posto rispetto ad altre, invece, più schiacciate dove lo spazio sarà poco.

Le possibili conseguenze a breve e lungo termine non rappresentano solo un problema estetico, ma possono comportare:

  • Difficoltà di suzione, di deglutizione (per interessamento di alcuni nervi che passano a livello della base del cranio);
  • Disturbi come reflusso e problemi intestinali (per interessamento di un nervo che passa alla base del cranio);
  • Torcicollo posturale;
  • Scoliosi del lattante;
  • Possibili conseguenze a livello motorio e cognitivo. Molti studi hanno dimostrato che sia il ritardo motorio sia quello cognitivo sono associati a plagiocefalia (Miller e Clarren, 2000; Panchal et al., 2001; Kordestani et al., 2006; Speltz et al., 2010; Collett et al., 2011, 2013; Fontana et al., 2016). Sebbene l’attuale letteratura medica contenga molti studi che mostrano correlazione tra plagiocefalia e ritardi di sviluppo, nessuno studio dimostra la causalità;
  • Possibili difficoltà nel linguaggio;
  • Asimmetria cranio-facciale con sviluppo asimmetrico della mandibola (malocclusione nella dentizione primaria nei bambini con e senza plagiocefalia deformativa).

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di Silvia Nardocci
Fisioterapista e osteopata specializzata nel trattamento di neonati e donne in gravidanza – www.osteopatasilvianardocci.it.

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