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scrittura manuale

In occasione dell’uscita del suo libro Il piacere di scrivere a mano, abbiamo intervistato Simona Cassarino, che lavora come rieducatrice al gesto grafico con soggetti disgrafici ed esercita opera di divulgazione sulla scrittura manuale.
L’autrice si sofferma sul concetto di rivalutazione della scrittura manuale, come strumento utile, funzionale, espressivo e formidabile per ogni individuo, ma senza opporsi o denigrare il progresso e le nuove forme di scrittura video che sono utili ed efficaci in termini di velocità, fruibilità e trasmissione.

Intervista a Simona Cassarino

Innanzitutto raccontaci da dove scaturisce questo tuo interesse per la scrittura a mano, e che cosa ti ha spinto poi a studiare e approfondire l’argomento in termini professionali.

Il mio interesse per la scrittura è nato un po’ per caso. Ho deciso di diventare rieducatrice del gesto grafico perché mi sembrava importante aiutare i bambini con difficoltà nella scrittura. Poi mi sono accorta che le difficoltà di scrittura non riguardavano più solo alcuni bambini, ma stavano diventando un problema generale.  Da quando ho cominciato la mia attività l’interesse per questo argomento è cresciuto esponenzialmente e si sta finalmente cominciando a capire che i bambini stanno perdendo abilità grafo-motorie a causa di problematiche socio culturali.
L’insegnamento della scrittura va ripensato per adeguarsi ai tempi moderni, tenendo conto di tutti gli aspetti peculiari dei bambini di oggi. Partendo dalla scuola dell’infanzia per l’acquisizione delle abilità di base, arrivando alla scuola primaria che deve porre più attenzione agli aspetti del gesto grafico. Saper scrivere non significa solo imparare a riconoscere le letterine, ma apprendere il gesto più sciolto, comodo, scorrevole, appropriato e piacevole per eseguire la scrittura.
Soprattutto si è persa la piacevolezza nello scrivere, che pare diventata cosa faticosa e disagevole, proprio perché manca la preparazione al gesto grafico.

È sufficiente prendere in mano una vecchia cartolina, una lettera, un biglietto d’auguri di una cinquantina di anni fa e si è di fronte a una scrittura corsiva incredibilmente bella ed elegante. I bambini ne rimangono meravigliati!
Come è possibile che nel giro di pochi decenni questo patrimonio culturale, posseduto anche dalle persone con una scarsa istruzione, si sia perso quasi del tutto?

I bambini non vedono più nessuno scrivere. Quando arrivano al primo anno di scuola primaria non so quante opportunità abbiano avuto di vedere scrivere a mano qualcuno.
Usiamo tutti altre modalità di scrittura: tastiere, tablet, smartphone, e non ci accorgiamo che stiamo perdendo un’abilità straordinaria, frutto di ingegno e competenze, che ha accompagnato la storia dell’umanità.
I più recenti studi hanno dimostrato, e continuano a dimostrare, quanto la scrittura manuale sia assai più ricca, complessa, stimolante da un punto di vista intellettivo, della videoscrittura. 
Credo sia fondamentale fare in modo che le nuove generazioni siano messe nelle condizioni di poter utilizzare la scrittura a mano nel migliore dei modi. 

Qual è il futuro della scrittura a mano, secondo te? Un lento ma inesorabile declino a favore della tastiera, o addirittura della scrittura digitale sotto dettatura, oppure un recupero e un mantenimento in uno spazio preservato e consapevole?

Non possiamo opporci al progresso, sicuramente le nuove forme di scrittura video sono utili ed efficaci in termini di velocità, fruibilità, trasmissione. Credo però che la scrittura manuale sia un’attività che vada comunque mantenuta in vita per le sue peculiarità, le sue potenzialità, la sua capacità di stimolare diverse aree del cervello, di unire pensiero e cinetica, che la rendono insostituibile dalla videoscrittura, se non pagando un grosso prezzo in termini di perdita di abilità cognitive. Ricordiamo poi che la scrittura manuale è personale e inimitabile.
La scrittura manuale, è dimostrato, aiuta nell’apprendimento, nella memorizzazione, nella continuità di pensiero. Inoltre ha un suo fascino particolare, un calore e un’umanità che la videoscrittura non ha. 
Credo quindi sia necessario cambiare i paradigmi della scrittura manuale, non considerarla un mezzo comunicativo obsoleto, ma rivalutarla nel suo complesso, riconoscendola come una risorsa da un punto di vista cognitivo, educativo, di espressione del sé, di abilità motorie specifiche.
Un tesoro inestimabile da rivalutare.

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