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Il bambino naturale - consigli a genitori e figli
come produrre più latte materno


La maggior parte delle mamme che allattano, prima o poi ha comprato una di queste tisane, integratori, gocce, pastigliette e polverine varie “per mamme che allattano”, con il pensiero “magari non funziona, però non si sa mai”.

È ovvio, lo spauracchio di tutte le mamme è non avere latte. E le industrie lo sanno bene.

Dagli articoli precedenti avrete già capito due cose:

  1. nella maggior parte dei casi, il poco latte è fasullo: di latte ce n’è quanto basta;
  2. per aumentare la produzione di latte serve una maggior stimolazione del seno, e cioè attacco al seno corretto e poppate frequenti (o una stimolazione adeguata con un buon tiralatte).

Ne consegue che generalmente i galattogoghi, ammesso che funzionino, non servono a nulla se non a farvi buttar via i soldi.

Se realmente c’è poco latte, è necessario come sempre capirne le cause e correggere quegli aspetti (per l’appunto, attacco, frequenza delle poppate eccetera) che hanno portato al calo di produzione, così da risolvere in maniera definitiva il problema e senza dover dipendere dal galattogogo.

È importante capire che un galattogogo, per quanto efficace, da solo non serve a nulla. I galattogoghi generalmente stimolano l’ipofisi a produrre più prolattina, ma se il latte non viene rimosso di frequente (dal bambino o con il tiralatte) la produzione di latte non aumenta.

In alcuni casi selezionati i galattogoghi effettivamente possono aiutare una mamma che vuole allattare, ma il loro uso deve essere sempre preceduto da un’attenta valutazione di una persona esperta in allattamento e devono comunque essere utilizzati assieme a tutti gli altri accorgimenti che portano a una maggior stimolazione del seno.

Ad esempio, una mamma che è separata dal proprio bambino, ad esempio per motivi di salute, può mantenere la produzione di latte utilizzano un galattogogo, ovviamente in associazione all’uso del tiralatte. Questo accade tipicamente con i bambini ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale.

Anche una mamma che intende allattare un bambino adottato, o che vuole riprendere l’allattamento dopo averlo interrotto può aiutarsi con un galattogogo.

Può essere di aiuto anche quando si vuole ritornare all’allattamento esclusivo dopo essere passati ad aggiunte di latte artificiale.

Ribadisco che è fondamentale un’analisi di tutta la gestione dell’allattamento: non si può prendere il galattogogo per tutto il periodo in cui si allatterà, quindi si tratta di un “aiutino” che serve a sbloccare la situazione, ma poi bisogna attuare tutte le strategie che mantengano la produzione di latte adeguata, senza l’uso del galattogogo.

Ovviamente sto parlando dei galattogoghi “veri”, di quelli che funzionano.

Quali sono i veri galattogoghi?

Alcuni farmaci hanno come effetto collaterale l’innalzamento dei livelli di prolattina. Questi farmaci sono il metoclopramide, il domperidone, il sulpiride e la clorpromazina. Non sono farmaci nati per aumentare la produzione di latte, ma sono stati creati e studiati per curare specifiche malattie (ad esempio, metoclopramide e domperidone sono degli antivomito). Essendo dei farmaci, presentano degli effetti collaterali, in alcuni casi anche seri.

Quindi, se qualcuna di voi stava per fiondarsi in farmacia per procurarsi uno di questi farmaci pensando di aver trovato la manna dal cielo, si fermi! Oltretutto sono farmaci che si possono acquistare solo con ricetta medica, proprio perché non sono acqua fresca.

Considerate inoltre che se effettivamente serve un galattogogo, questo andrà preso per qualche settimana (prima deve cominciare a fare effetto, poi bisogna stabilizzare la produzione di latte e poi bisogna gradualmente calare la dose), mentre invece un antivomito in genere si prende solo per qualche giorno, quindi i suoi effetti sono stati considerati nel breve periodo e non per un uso prolungato. Questo deve essere tenuto presente dal medico che eventualmente vi dovesse prescrivere il farmaco.

Proprio per monitorare eventuali effetti collaterali, è necessario che durante il periodo di assunzione del farmaco un medico verifichi periodicamente lo stato di salute di madre e bambino.

Esistono anche alcune erbe per le quali è riconosciuta una certa efficacia nell’aumentare la produzione di latte, pur non essendoci studi scientifici rigorosi.

Queste erbe sono:

  • il Fieno Greco ( Trigonella Foenum-Graecum);
  • la Ruta Caprina (Galega Officinalis);
  • il Cardo Mariano (Silibum Marianum).

Generalmente devono essere assunte in forma concentrata (capsule, tintura madre), dato che le tisane hanno una concentrazione inferiore e soprattutto più incerta.

Il fatto che si tratti di piante, non significa per forza che gli effetti collaterali siano assenti!

Spesso si pensa “è naturale, quindi non fa male”, e quindi si assumono prodotti a base di erbe con leggerezza, magari prendendone grandi quantità nella speranza di ottenere un effetto maggiore. Invece le erbe hanno delle vere e proprie proprietà farmacologiche, quindi fanno effetto sul nostro organismo, nel bene e nel male.

Credo che nessuno prenderebbe una dose doppia di antibiotico per far passare prima un’infezione. Allo stesso modo, i rimedi a base di piante, chiamati fitoterapici, devono essere assunti con lo stesso rigore con cui si prende una medicina “tradizionale”.

Avrete notato che non ho parlato di dosaggi di nessun galattogogo: la cosa è voluta, per evitare la tentazione del rimedio fai-da-te. Come detto, prima di ricorrere ad un galattogogo bisogna consultare un esperto in allattamento e eventualmente insieme insieme valutare se è veramente necessario.

NdR Vi consigliamo di consultare i nostri libri sull’allattamento >

E tutti gli altri prodotti “per far venire il latte”?

In farmacia, erboristeria e nei negozi di articoli per bambini, è tutto un fiorire di prodotti che evocano fiumi di latte che escono da turgidi seni… Se leggete con attenzione, nessuno di questi prodotti vi promette di avere più latte. Vi cito un esempio (reale):

X è un integratore dietetico composto dalla selezione e miscelatura di 7 estratti vegetali dalle riconosciute proprietà galattogoghe (Fieno Greco, Galega, Verbena), tradizionalmente utilizzati per calmare le tensioni addominali (Finocchio e Tè di Rooibos) e di gusto estremamente piacevole (Ibisco e Lampone). X disseta con gusto, è ricca di vitamina C e aiuta l’assunzione di acqua da parte della mamma, favorendo la lattazione.

Qui c’è scritto solamente che alcune piante hanno proprietà galattogoghe, e queste piante sono contenute nel prodotto. In questo prodotto però c’è una quantità ridicolmente bassa di queste piante, quindi è improbabile che ci sia un effetto farmacologico, e cioè che aumenti il vostro latte. Infatti poi c’è scritto che la produzione di latte è favorita dal fatto che la mamma beve (anche se questo è discutibile, leggete oltre) dato che la bevanda è buona. Non c’è scritto che questo prodotto vi fa aumentare il latte grazie alle piante in esso contenute!

Diversi prodotti, pura avendo nomi o immagini che fanno riferimento all’allattamento, alla fin fine vi dicono solo che sono buoni da bere. Oppure dicono “ideale per la mamma che allatta”, ma non si sa bene cosa voglia dire. Intendiamoci, questi prodotti non sono dannosi, a meno di farne un consumo eccessivo (vedere oltre). Se li bevete perché hanno un gusto che vi piace, buon per voi. Ma se li bevete nella convinzione di avere più latte, state buttando via i soldi. E anche parecchi soldi, dato il prezzo di qualcuna di queste “polverine magiche”.

L’azienda produttrice di uno di questi integratori è stata più volte pesantemente multata dall’Antitrust proprio perché la sua pubblicità prometteva mari e monti alle mamme, senza però avere delle sufficienti prove scientifiche a sostegno. Non metto in dubbio che ci saranno schiere di mamme pronte a difendere questo o quel prodotto.

Avete presente però cos’è l’effetto placebo? È una sorta di autosuggestione (molto potente!) per cui ci si convince che un certo farmaco funzioni, anche se magari in realtà si tratta di acqua e zucchero.

Per la riuscita dell’allattamento la componente psicologica è importantissima: se una mamma è insicura o ansiosa, nonostante ci sia tutto il latte che serve l’allattamento potrebbe fallire, magari perché la mamma si convince di avere poco latte (e come ho già scritto la casistica è molto ampia!). Prendendo questi prodotti, una mamma potrebbe sentirsi più sicura di sé, perché ha questo aiuto esterno, e allora ha la sensazione di avere più latte di prima.

E tutto questo le industrie lo sanno molto, molto bene.

Ci sono tre aspetti di questo che non mi piacciono (punto di vista strettamente personale): innanzitutto questi prodotti costano, e la mamma quindi spende soldi per niente, dato che il latte ce lo aveva anche prima.

Poi alimentano il mito del “poco latte”: non fanno altro che confermare alle mamme che il poco latte è un’epidemia da trattare con una specie di medicina, quando invece il più delle volte il poco latte è fasullo e anche nei casi effettivi, la “cura” migliore non è certo quella di utilizzare dei galattagoghi di efficacia molto dubbia.

Inoltre, come consulente per l’allattamento, so quanto è importante che una mamma creda in sé stessa, ma questi prodotti non fanno altro che confermare l’insicurezza di una mamma. In pratica una mamma pensa di riuscire ad allattare solo grazie a questo o quel prodotto, e non grazie a sé stessa e al suo bambino, come in realtà succede.

Avete presente la storia dell’elefantino Dumbo, che sapeva volare da solo ma credeva di riuscirci solo grazie alla piuma che teneva nella proboscide? Questi prodotti sono come la piuma, ma bisognerebbe portare la mamma a capire che può “volare anche senza la piuma”, cioè “allattare anche senza questi prodotti”.

È vero che per produrre più latte materno occorre bere latte e birra?

Nella tradizione popolare, si consiglia alle donne che allattano di bere latte per aumentare la propria produzione di latte. È una cosa senza alcun fondamento (e senza alcun senso).

Anche la birra è considerata una bevanda che fa aumentare il latte. Alcuni studi confermerebbero che delle sostanze contenute nella birra aumentano i livelli di prolattina, ma l’eventuale vantaggio viene vanificato dagli effetti negativi dell’alcool. Quindi, evitate di bere birra e alcol in genere durante l’allattamento.

Come produrre più latte materno con l’acqua?

Alzi la mano chi, allattando, non si è mai sentita dire che deve bere di più per via del latte. Lo so, lo dicono a tutte! Questo è un grande equivoco, è stata invertita la causa con l’effetto.

La realtà è che siccome allattate allora avete più sete e quindi bevete di più. E non il contrario! Non è che siccome bevete di più allora riuscite ad allattare. Non dovete quindi sforzarvi a bere più, questo non vi farà avere più latte. È logico che per produrre latte, composto in gran parte da acqua, avrete bisogno di ingerire più liquidi, ma il nostro organismo ha un bellissimo sistema di allarme che si chiama “sete”: quando avete sete, significa che avete bisogno di bere. Punto.

Non è vero quindi, come è scritto su certe tisane, che bere più liquidi fa venire più latte. Questo potrebbe portare la madre (convinta di avere poco latte proprio grazie a certe frasi riportate su questi prodotti) a bere grosse quantità di acqua o tisane varie, oltre il necessario.

Ingerire eccessive quantità di liquidi è molto dannoso per l’organismo.

Una volta un papà mi raccontò che sua moglie praticava l’allattamento misto perché non aveva abbastanza latte. Io gli offrii il mio aiuto, dicendo che se voleva la moglie poteva contattarmi. Lui serio mi rispose che il pediatra aveva già dato alla moglie le indicazioni per aumentare la produzione di latte, ma che lei proprio non se la sentiva e che anzi stava pensando di abbandonare del tutto l’allattamento al seno. Le indicazioni erano “bere 8 – 10 litri di acqua al giorno”. Mi auguro vivamente che sia stata una bugia da parte della moglie, che forse voleva smettere di allattare ma non osava dirlo apertamente al marito. Un consiglio del genere non solo non fa aumentare il latte, ma avrebbe spedito la mamma che lo avesse osservato dritto dritto in ospedale, se non peggio.

In conclusione, quasi certamente non avete bisogno di un galattogogo. Se realmente la produzione di latte non è adeguata alle richieste del vostro bambino, bisogna capirne la ragione e attuare di conseguenza una strategia. Nei pochi casi in cui un galattogogo può essere di aiuto alla mamma, deve essere usato sotto supervisione medica e con il supporto di una persona esperta in allattamento.

Sara Cosano

Per saperne di più:

Un dono per tutta la vita di Carlos Gonzales – Il leone verde Edizioni

– Allattare, un gesto d’amore di Tiziana Catanzani e Paola Negri – Bonomi Editore

– Allattare.net di Maria Ersilia Armeni – Castelvecchi Editore

Chi può aiutarti:

Le tre figure principali nel sostegno alle mamme che allattano sono:

Consulenti professionali in Allattamento Materno (IBCLC): professionisti sanitari specializzati nella gestione clinica dell’allattamento al seno.

La Leche League: associazione a livello mondiale con più di 50 anni di storia che aiuta le donne tramite consulenti che sono mamme con esperienza di allattamento al seno.

– Peer counsellors (consulenti alla pari): mamme che aiutano altre mamme nei gruppi di auto-aiuto.

Potete trovare I contatti nell’articolo Vuoi allattare? Ecco chi ti aiuta…

Bibliografia:

– The Academy Of Breastfeeding Medicine – Protocol #9: Use of galactogogues in initiating or augmenting maternal milk supply

– Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – bollettino 19/2008

– European Network for Public Health Nutrition: Networking, Monitoring, Intervention and Training (EUNUTNET). “Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione Europea”. European Commission, Directorate Public..

– Gardner JW. Death by water intoxication. Mil Med 2002; 167(5):432-434

Commenti (2)

    • luisella

    • 13 anni fa

    DOPO CHE LEGGI DETERMINATE COSE CON CURA E INTERESSE TI MEDESIMI E RIFLETTI QUANTO POSSONO ESSERE VERE CERTE COSE.SONO CONVINTA ANCH”IO CHE LA PSCHI CENTRA MOLTO SUL LATTE COME SULLO STARE BENE INTERIORMENTE ED E” UN DISTURBO CHE SE UNO NON LO CONTROLLA PUO” PORTARTI IN UNA BRUTTA STRADA E QUINDI PENSARE BENE E RIFLETTERE FACENDOSI UN PO” DI AUTOCONTROLLO E NON PENSARE CHE CIO” CHE CI OFFRE LA NATURA SIA SOLA E UNICA CASA NATURALE CONTRO IL BENESSERE,SE UNA PERSONA NON E” SERENA ANCHE IL SUO CORPO NE RISENTE E QUINDI OGNI TANTO PRENDERE UNA BOCCATA DI RESPIRO NEI MOMENTI NO E” MEGLIO CHE UNA MEDICINA ! E POI CREDERE DI ESSERE PIU” FORTI DEL NOSTRO CROLLO EMOTIVO L”UNICA MALATTIA INCURABILE SE NON CON LA VOGLIA DI ESSERE FORTI PER LOTTARLA UN BACIO A TUTTE E VIVETE AL MEGLIO!! <3

  1. […] “che tanto, male non fa” (ne siamo poi sicuri?), darà integratori miracolosi (esistono davvero?), consiglierà alla mamma di attaccarsi anima e tetta ad un tiralatte (ma come, non è […]

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