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Dove e quando leggere con i bambini?

Si è da poco conclusa la prima edizione di “Mi fai una storia?”, il festival della scrittura, della lettura e dell’ascolto per la prima infanzia, organizzato dalla nostra associazione Il bambino naturale e dalla Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS) all’interno del progetto “Lo scrittore, il libro, il lettore”.
In questo articolo, Anita Molino, editrice e fondatrice dell’associazione, dà alcuni consigli su dove e quando leggere con i bambini, ispirandosi agli insegnamenti dell’esperta in materia Rita Valentino Merletti.

L’ambiente ideale per la lettura

Leggere un libro è come entrare in un altro mondo. Questo “passaggio” dovrebbe essere in qualche modo sottolineato, perciò è importante creare uno spazio specifico da dedicare alla lettura. Un ambiente raccolto, confortevole, ma con qualche piccola modifica che lo renda insolito.
Come dimostra Rita Valentino Merletti, leggere un racconto di paura al lume di una candela, in condizioni di semioscurità, con le ombre proiettate sulle pareti e il volto del lettore debolmente illuminato è garanzia quasi certa di coinvolgimento totale, la base per un’esperienza indimenticabile. Invece sarebbe meglio evitare spazi in cui sono presenti fonti luminose troppo intense, che rendono l’ambiente dispersivo, e fonti sonore deleterie, per esempio luoghi rumorosi.
Oltre agli spazi casalinghi, la lettura rivolta ai bambini ha trovato accoglienza, soprattutto negli ultimi vent’anni, in un numero crescente di luoghi quali gli asili nido, le biblioteche e gli ambulatori pediatrici.

Agevolare l’accessibilità dei libri per i bambini

Spesso i libri sono accatastati su scaffali alti, ma questa disposizione non permette ai bambini di accedervi fisicamente. Vi consiglio quindi di disporli su ripiani da loro raggiungibili con facilità, in modo che possano sfogliarli e individuare quello che più li attrae in quel momento. In mancanza di uno spazio adeguato è meglio collocare i libri in una scatola da appoggiare sul pavimento.
Un ambiente favorevole alla lettura è anche un ambiente in cui questa è sempre vista come un’attività legittima e mai considerata una perdita di tempo. La competizione con altri tipi di intrattenimento, soprattutto la televisione, dovrebbe essere sempre evitata, così come dovrebbero essere evitate moleste interruzioni determinate per esempio da inopportuni squilli del cellulare. Nel delimitare uno spazio ottimale per la lettura ciò che più conta è lo spazio mentale. La quiete e la serenità esteriori dovranno accompagnarsi a una reale disponibilità interiore. Per questo sarebbe opportuno presentare l’attività di lettura come qualcosa di diverso dalle altre attività di gioco.

Il tempo speciale della lettura

Tempo e lettura costituiscono un binomio indissolubile. Non solo perché per leggere ci vuole tempo, ma soprattutto perché il tempo della lettura è diverso da tutti gli altri. Ecco perché si insiste molto sulla necessità di far conoscere al bambino, a partire dai primi mesi di vita, quel tempo che invece di affrettare rallenta, invece di anticipare ritarda, invece di frantumare dà completezza all’esperienza.
Il tempo della lettura con un bambino dovrebbe essere:

  • lungo quanto basta per dare rilievo all’esperienza;
  • breve quanto basta per non annoiare;
  • quotidiano, affinché avere a che fare con i libri tutti i giorni diventi una piacevole abitudine;
  • ripetuto più volte sia a casa che a scuola e in altri ambienti;
  • libero da distrazioni e da costrizioni, da insincerità e superficialità, da rimproveri e divieti, da compiti e valutazioni, da ricatti e baratti;
  • quieto quando è necessario, per esempio prima di andare a letto;
  • allegro e movimentato in altri momenti della giornata, per esempio durante un laboratorio di lettura a scuola.

Prima e dopo la nascita

Molti esperti concordano sul fatto che si dovrebbe incominciare a leggere ad alta voce ai bambini prima ancora che nascano: non è mai troppo presto per creare nel genitore questa abitudine. In questo modo avrà il tempo di trovare dentro di sé la voce giusta per farlo, quella più spontanea, rassicurante, calma e sincera che riuscirà a individuare.
Quando il bambino sarà nato, prima della lettura ci saranno il canto e il racconto, ma è importante introdurre presto la presenza del libro e lasciare che il bambino se ne appropri. La conoscenza fisica del libro, associata a una voce rassicurante che racconta, farà sì che esso diventi fin dall’inizio un oggetto con cui il bambino stabilisce un rapporto affettivo.
Sempre Valentino Merletti afferma che il bambino tra i 2 e i 6 anni si trova in quello che può essere definito il “periodo d’oro” della lettura ad alta voce. La sua insaziabile curiosità solleciterà la lettura di libri che amplieranno sempre di più la sua conoscenza del mondo e, se il rapporto con il libro sarà stato impostato fin dall’inizio in modo corretto, la lettura costituirà una pausa assai desiderata nell’arco dell’attivissima giornata del bambino.

E quando il bambino impara a leggere da solo?

Spesso si pensa che, nel momento in cui il bambino impara a leggere in autonomia, la lettura ad alta voce non abbia più ragione di essere, ma in realtà non è così. C’è infatti una disparità tra la capacità di comprensione di un testo letto autonomamente e quella di un testo ascoltato che non andrebbe trascurata. Inoltre, se si elimina tale esperienza non si va a intensificare il legame affettivo che può portare con sé, dato che di solito sono la mamma o il papà a leggere.

In foto: gli attori di Teatrulla leggono a un pubblico di bambini durante il festival “Mi fai una storia?”


di Anita Molino
Editore Il Leone Verde


Bibliografia

R. Valentino Merletti, Leggere ad alta voce, Milano, Mondadori, 1996
R. Valentino Merletti, Leggimi forte, Milano, Salani, 2006
R. Valentino Merletti, Libri e lettura da 0 a 6 anni, Milano, Mondadori, 2001

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