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SOS Mamma: “Lavoro tanto e mio figlio fa i capricci”
capricci bambini, vizi

Salve. Ho un bambino di tre anni ed viziato e capriccioso, non fa mai quello che gli si dice. Io sono una mamma super impegnata, lavoro sempre (e quindi lo vedo poco). Non so più come comportarmi help!

Cara Mamma, la situazione che descrivi non è facile, immaginiamo il tuo smarrimento e forse anche la tua frustrazione di fronte a dei comportamenti del tuo bimbo tanto difficili da gestire. Abbiamo pochi elementi per tentare qualche riflessione, scrivi che il tuo bambino è viziato, ma non sappiamo bene cosa intendi, quindi proviamo a offrire qualche suggerimento di carattere generale, per quanto riguarda la relazione con un bimbo di questa età. Capita sovente, quando c’è poco tempo per stare insieme che al ritorno dal lavoro della mamma anzichè crearsi un momento “super felice” (siamo finalmente insieme!), ci si trovi a fronteggiare un momento di crisi dovuto alle diverse esigenze di grandi e piccini: la mamma è appena rientrata e vorrebbe qualche minuto di pace per recuperare energie, forse deve ancora preparare la cena (magari in fretta e furia, perché è tardi), forse c’è tutta una serie di faccende da sbrigare; il bimbo aspetta questo momento da tutto il pomeriggio e vorrebbe giocare, mostrarle il suo disegno, la sua costruzione, il suo giornalino… Insomma, il bambino vorrebbe l’attenzione della mamma e quando vede che non può averla (non perché la mamma non vuole, ma perché purtroppo ci sono mille incombenze) protesta, si lamenta, insiste… Se aggiungiamo che la sera è il momento in cui siamo tutti più stanchi e più nervosi… Il risultato è esplosivo.

In questa situazione potrebbe essere d’aiuto mettersi nei panni del bambino e anziché vedere le sue pressanti richieste come un’ulteriore difficoltà da affrontare, considerarle come quello che in effetti sono, ovvero una manifestazione di grande, grandissimo amore! Sappiamo che non è facile, ma se riusciamo a ricordare che il nostro bambino ci cerca, vuole noi, desidera la nostra attenzione perché per lui siamo la persona più importante al mondo, forse riusciremo a mantenere la calma e accogliere il suo “bisogno di mamma”. Ma come conciliare questa esigenza con il poco tempo a disposizione? Una possibilità è quella di dedicare subito, appena si rientra, alcuni minuti di attenzione esclusiva al bambino. Si tratta di pochi minuti che in fondo permetteranno anche a noi di staccare un attimo la spina e non ci faranno tardare troppo rispetto alla tabella di marcia della giornata, anzi, probabilmente ci faranno guadagnare il tempo che altrimenti perderemmo tra lamentele, richiami, rimproveri, magari sgridate. Sediamoci sul divano o sul tappeto, sgombriamo la mente, fermiamoci, concediamo a noi e al nostro piccolo un momento di “pausa”. Restiamo in ascolto, senza dire o fare nulla di particolare, e mettiamoci a sua totale disposizione. In fondo ci ha aspettato tanto ed è tanto felice di vederci, possiamo regalargli qualche minuto di mamma tutta per lui… Ascoltiamo i suoi racconti, guardiamo quel che ha da mostrarci, abbracciamolo, coccoliamolo, giochiamo al solletico… Poi, prima di metterci all’opera per preparare la cena (o altro), spieghiamogli cosa dobbiamo fare e troviamo un incarico anche per lui, chiedendogli se ha voglia di aiutarci e “fare insieme a noi”. In genere ai bambini piace molto l’idea di aiutare i genitori (e piace molto la possibilità di stare con loro) ed è più facile cucinare se il bimbo ha un suo piccolo incarico per cui si sente coinvolto e non continua a chiamare la mamma affinché lo raggiunga. In cucina insieme, la mamma prepara il sugo, il piccolo apparecchia. O la mamma stende la biancheria e il piccolo l’aiuta passandole i panni dal cesto o le mollette. A volte basta poco per far sentire il bambino considerato (che poi alla fine è quello che a lui interessa) ed evitare crisi.

Per quanto riguarda l’aspetto che segnali “non fa mai quello che gli si dice”, forse potete lavorare su come dirglielo. In genere i bambini sono pronti a dare una mano, quindi se anziché dare un’indicazione “secca”, il genitore spiega di aver bisogno di un po’ di aiuto perché la casa ordinata è più bella, perché lui è stanco dopo una giornata di lavoro, perché è ora di andare a letto, è più facile che il bambino collabori. Un bimbo di tre anni – se non è troppo stanco, affamato, nervoso (situazioni in cui anche gli adulti diventano meno ragionevoli) – è in grado di capire le motivazioni e le esigenze dei genitori quando gli vengono spiegate con calma e in modo semplice e diretto. Infine, forse può aiutarvi coccolarvi tanto e approfittare del fine settimana per fare qualcosa insieme (cose semplici, giocare, leggere dei libretti, andare al parco), e se restano indietro le faccende domestiche, be’, in fondo non sono la priorità, no? Per recuperare sintonia, il contatto fisico (fatto di baci, abbracci, vicinanza) può essere di grande aiuto: le dimostrazioni d’affetto non sono mai troppe e possono servire per colmare il bisogno di rassicurazione che è normale a quell’età, ancor di più se si ha poco tempo per stare insieme.

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Un commento

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