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La salute del bambino e il benessere della madre

salute-bambino-gravidanzaÈ ormai sempre più nota l’influenza determinante che il benessere fisico ed emotivo della madre ha sull’embrione e sul feto, nonché le immense ripercussioni sulla futura salute del bambino, anche a lungo termine.

 

Sappiamo, ormai, come venga trasmesso al bambino un immenso patrimonio di informazioni epigenetiche, metaboliche, immunitarie, endocrinologiche, microbiche, attraverso il “corpo” della madre.

 

La sacralità della nascita, del portare alla vita, è nutrita da un complesso intreccio di scambi fra l’ambiente e il nuovo nato, che hanno come perno e fulcro la madre. La madre e il modo in cui si alimenta; la madre e la sua storia immunitaria; la madre e il suo patrimonio di microorganismi, la sua flora batterica e intestinale, quello che oggi si chiama microbioma; la madre e le sue emozioni, i suoi stati d’animo e la sua predisposizione a percepire il mondo e la vita come un’opportunità o una minaccia. Tutto verrà trasmesso al piccolo, ogni minimo dettaglio, e non certo per una crudele incuria della Natura nel difendere dagli elementi potenzialmente dannosi la fragilità del l’embrione e del feto; piuttosto, si tratta di una forma di sapienza.

 

Il bambino deve prepararsi al tipo di ambiente che lo attende una volta venuto alla luce, e deve perciò affidarsi alla trasmissione di conoscenza e al bagaglio di “doni” che la madre porta con sé. Se ciò che lo attende è un mondo pieno di pericoli, di angosce, di minacce, dovrà esercitare le sue abilità di sopravvivenza molto più che le sue doti di libero pensatore; dovrà pensare a proteggersi più che a rilassarsi tranquillo nell’esplorazione di ciò che lo circonda.

 

Attorno alle 9 settimane, per esempio, si sviluppa il riflesso di Moro per la sopravvivenza, che permette all’embrione, al feto e poi al bambino di difendersi con un’azione protettiva. Se la madre è troppo stressata, il feto passerà la maggior parte del tempo nella modalità difensiva, e quindi eserciterà perlopiù il riflesso di Moro, a scapito degli altri riflessi importanti per l’apprendimento.

 

Il sistema vestibolare, organismo di senso posizionato nell’orecchio interno e cruciale per tutti i meccanismi di apprendimento, già mielinizzato a 5 mesi e fulcro dello sviluppo cognitivo nei primi 15 mesi di vita dopo la nascita, rischierà di non svilupparsi e mielinizzarsi in modo adeguato. Questo determinerà, per esempio, una difficoltà nell’ascoltare i ritmi e gli schemi del linguaggio, i fonemi, e quindi di recepirli, ciò che renderà difficile in futuro associarli ai simboli della scrittura per leggere.

 

Lo sviluppo della comprensione fonemica inizia proprio attorno alle 9 settimane, quando l’embrione risponde al suono con il movimento. Lo stesso vale per la difficoltà degli occhi a muoversi in modo adeguato durante la lettura. I muscoli, che non si sono sviluppati in modo adeguato a causa della compromissione del sistema vestibolare, fanno muovere gli occhi o troppo in avanti o troppo indietro quando si tratta di leggere. Il dislessico deve concentrarsi talmente sul movimento oculare per riuscire a leggere, che l’input al cervello, necessario per comprendere e assimilare ciò che si è letto, è limitato.

 

Il corpo, le emozioni e il pensiero sono un tutt’uno, non esiste una distinzione se non in via teorica, ma è del tutto fuorviante, proprio perché tende a misconoscere la fitta rete di connessioni a livello nervoso, endocrino e metabolico che lega indissolubilmente le emozioni al corpo e al pensiero. Pertanto le emozioni sono necessarie alla conoscenza, all’apprendimento, al pensiero razionale, all’immaginazione, alla creatività, all’intelligenza e, non ultimo, alla salute e al benessere del corpo.

 

Secondo gli studi del noto neuroscienziato portoghese Antonio Damasio, è necessario un filtro interpretativo, dato appunto dal sistema limbico emozionale, per consentire la valutazione delle varie esperienze alla luce del suo valore per la sopravvivenza, che è la prima e più importante preoccupazione. Il modo in cui scegliamo di percepire un evento, la colorazione emotiva che scegliamo di dargli, determinerà la nostra risposta ad esso e il nostro potenziale di apprendimento in relazione ad esso.

 

È oggi chiaro come l’anticipazione del piacere sia una chiave per l’apprendimento.

L’ambiente emotivo è l’elemento critico per la crescita e l’apprendimento sin dal concepimento.

 

Se la mamma è stressata, l’embrione e il feto reagiranno con i movimenti riflessi di base per la sopravvivenza, avviando così un tipo di apprendimento legato alle modalità di sopravvivenza. Quando la madre è tranquilla, serena, entusiasta, e impara a sua volta, l’embrione, il feto o il neonato sperimentano un senso di sicurezza e si sentono liberi di esplorare il proprio corpo e l’ambiente attraverso il movimento e le sfide sensoriali.

 

lo stress, la mancanza di un costante senso di sicurezza, spingono il cervello a sviluppare reti nervose pronte ad affrontare soprattutto questo tipo di realtà, e ad aspettarsele.

 

Questo non è solo vero per lo sviluppo cerebrale, ma riguarda ogni altro aspetto del metabolismo e della salute. Già in utero possono porsi le basi per future patologie come l’obesità, il diabete, le malattie cardiocircolatorie.

 

Tutta questa nuova e sempre maggiore consapevolezza del ruolo cruciale che lo stato di salute della madre ha sul benessere del bambino non possono però trasformarsi in una scusa o un pretesto per isolare la figura materna e assumere un atteggiamento di critica, di giudizio se non addirittura di colpa nei suoi riguardi.

 

Quella della madre sul feto è un’influenza diretta, ma attraverso di essa arrivano al bambino tutte le influenze che l’ambiente stesso esercita sulla madre. È l’ambiente il vero motore di un sano sviluppo dell’individuo. L’ambiente affettivo, il contesto emotivo, prima di tutto. La madre è solo il tramite più diretto di una lunga serie di intrecci, relazioni, condizionamenti ambientali e affettivi che coinvolgono un intero universo.

 

Le madri vanno aiutate, non giudicate o fatte sentire colpevoli, ed è bene che ognuno si senta responsabile e coltivi un proprio esercizio alla cura e al rispetto. Perciò padri, mariti, fratelli, parenti, amici, istituzioni, avete tutti la vostra grossa parte di responsabilità nel forgiare attorno alla madre l’ambiente che sia favorevole allo sviluppo sano e armonico della nuova vita che ella porta in grembo.

 

Michela Orazzini

 

 

 

Bibliografia:
Carla Hannaford, Smart Moves, Great River Books, 2005
Moises Velasquez-Manoff, An Epidemic of Absence, Scribner, 2013
Andrea Di Chiara, Il giusto respiro, Il leone verde, 2013

 

 

 

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