Una mattina mi sono svegliata con questo pensiero: la psicologia afferma che il bambino piccolo si sente onnipotente e vede questa “sindrome” come una fase di immaturità che verrà poi superata con l’età e la maturità.
Ma perché – mi sono chiesta – il bambino si sente onnipotente? Non sarà che, venendo lui dalla Fonte, serbi ancora il ricordo di una dimensione, quale quella spirituale, in cui tutto è possibile? Diceva Assagioli una frase che trovo bellissima e mi ripeto spesso: “In basso nessuna soluzione, in alto nessun problema”. Ecco, io credo che sia proprio questo che sente e vive il bambino. Per lui non esistono limiti. Per lui non ci sono tabù. Per lui quelli che noi chiamiamo miracoli sono fatti semplici e naturali della vita. E al contempo quelli che per noi sono eventi banali per lui sono veri e propri miracoli… Perché lui guarda il mondo con gli occhi della meraviglia e dello stupore. Per lui ogni giorno è nuovo, è l’inizio del mondo. Lui vive nel momento presente e questo significa vivere nell’eternità: lo sanno bene gli innamorati che perdono il senso del tempo e per i quali un singolo istante è senza fine…
Il bambino è innamorato della Vita e per questo ogni cosa gli sembra possibile perché in realtà la Vita è onnipotente, siamo noi che la limitiamo entro confini prestabiliti, la chiudiamo dentro ai recinti delle nostre credenze e ne blocchiamo il flusso.
Penso che sia sempre importante considerare ogni fenomeno da una doppia prospettiva: sicuramente dal punto di vista emotivo un adulto che si sente onnipotente non è una persona equilibrata… ma da un punto di vista spirituale un adulto che ha conservato il cuore di un bambino e si affida con fiducia all’Energia creatrice dell’Universo (in qualunque modo la si voglia chiamare: Dio, Divino, Spirito o Sorgente) sa che a quel livello e in quella dimensione tutto è possibile. Anche che – fosse solo per un attimo – il Cielo scenda sulla Terra.
Elena Balsamo