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Co-sleeping: i benefici per tutta la famiglia

Dormire insieme ai propri figli è sempre stato normale, in qualsiasi epoca e in quasi tutte le culture. Oggi, invece, i neogenitori si ritrovano bombardati da consigli e domande sui rischi e sull’affidabilità di questa pratica. In occasione della Giornata Mondiale del Sonno, abbiamo tradotto questo articolo dalla rivista The Green Parent, per condividere con voi l’esperienza di Emma Foley, che racconta di come il co-sleeping abbia portato benefici per tutta la sua famiglia. Attraverso la scrittura e le sessioni di mindfulness per le mamme, Emma incoraggia i genitori a seguire il loro istinto e a non fare caso ai dettami della genitorialità moderna.

Nostro figlio non ha mai dormito per tutta la notte, e va bene così!

Come per molti genitori, essere una neomamma era per me sinonimo di insonnia. Nelle notti in cui non sapevo quanto e se avrei dormito, l’ansia mi faceva perdere la testa. La mia principale preoccupazione (protagonista delle mie ricerche notturne su internet) era capire quando mio figlio avrebbe dormito una notte intera. Ma quando quella notte tanto attesa è arrivata, lui aveva già due anni e io ero di nuovo incinta: l’insonnia portata dalla gravidanza ha spazzato via ogni speranza di dormire una notte intera. Il mio bambino più piccolo ha ora tre anni, e non ha ancora raggiunto il traguardo di una notte di sonno ininterrotto. Può suonare triste ma, da quando sono diventata mamma cinque anni fa, non ho mai più avuto una notte di sonno indisturbato. Se lo avessi saputo nei primi tempi, sarei andata fuori di testa. Ma la verità è che sto bene. Più che bene, a dire il vero: la maggior parte dei giorni sono relativamente riposata, rendo bene a lavoro e sono più che felice delle mie scelte genitoriali. Di tutti i consigli, i metodi e le opinioni che ci sono sul sonno, solo una cosa ha funzionato per noi: la totale accettazione. Prima di tutto, abbiamo iniziato con il co-sleeping: mi sembrava naturale avere il mio bambino (e dopo, i miei bambini) accanto tutta la notte, ma all’inizio ero terrorizzata da quanto leggevo riguardo ai rischi di questa pratica. Questa propaganda (e non credo di esagerare con il termine) è stata fortemente sostenuta dall’assistente sanitario, che mi ha consigliato invece il training del sonno. I suoi consigli non prendevano in considerazione il mio istinto: il pensiero di lasciare piangere il mio bambino per qualunque lasso di tempo mi faceva soffrire fisicamente.

Bedsharing

E quindi, dopo essermi documentata ossessivamente su come farlo in maniera sicura, abbiamo iniziato con la condivisione del letto. La mattina successiva alla prima notte insieme, mi sono svegliata molto più riposata di quanto non mi succedesse da mesi. Certamente mio figlio si era svegliato di notte, ma ogni volta lo avevo allattato fino a farlo riaddormentare, senza nemmeno dovermi sedere. Ha fatto davvero la differenza, e lui era così felice di starmi accanto tutta la notte. L’ho adorato e ancora oggi ricordo quelle notti con amore e affetto. Nei primi tempi, controllavo l’ora ogni volta che mi svegliavo e calcolavo quanto tempo mancasse al suonare della sveglia, o conteggiavo quante volte mi fossi svegliata quella notte. Queste statistiche venivano poi condivise al mattino con mio marito, mia mamma e gruppi di altre neomamme per confrontarci. Ma una volta che ho iniziato il co-sleeping, ho smesso con i calcoli: i bisogni di mio figlio venivano soddisfatti e il suo sonno era biologicamente nella norma. Il monitoraggio costante non serviva a niente!
Mio marito e io condividiamo equamente le responsabilità genitoriali sia di giorno che di notte. Visto che non allatto più mio figlio maggiore, ci pensa mio marito a tranquillizzarlo quando si sveglia di notte: di solito va a dormire con lui, visto che ora ha un letto a due piazze e c’è tutto lo spazio necessario (ci siamo schiacciati fin troppe volte nel lettino singolo che aveva prima!). Il più piccolo, quando si sveglia, viene direttamente nel letto con me e resta lì, poppando ogni volta che ne sente la necessità. Per noi funziona!

La scelta migliore

Ci corichiamo con loro quando vanno a dormire e li confortiamo se si svegliano di notte, è semplice: il bisogno di contatto e rassicurazione non finisce quando cala la notte. Alcuni lo potrebbero vedere come un martirio, altri potrebbero rabbrividire al pensiero di cambiare le proprie abitudini per venire incontro ai propri figli. Ma non è un sacrificio, è una gioia! Adattare le nostre aspettative e rispondere alle esigenze notturne dei nostri figli ci ha cambiato la vita, a prescindere da quanto spesso si sveglino: il loro sonno non è mai stato il problema, e trovare soluzioni per convivere con i nostri figli anziché cercare di “aggiustarli” è stata la migliore scelta genitoriale che abbiamo mai fatto.


Dalla rivista The Green Parent
Traduzione di Paola Tinto

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